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CAMPOBASSO _ La crisi internazionale in atto non aiuta l’Italia e non agevola il Mezzogiorno. Una piccola regione come il Molise in questo contesto arranca, vede accentuarsi il divario con le aree più sviluppate e non ha strumenti sufficienti per invertire il trend economico e sociale. Le vicende di queste ore sulla sanità attestano la problematicità del periodo e le notizie su scuola, trasporti e tagli di stanziamenti nazionali confermano le preoccupazioni delle imprese e dei sindacati. Il prevalere di una logica ragionieristica nelle politiche governative penalizza i territori con pochi abitanti e mette a rischio la stessa sopravvivenza dell’autonomia istituzionale regionale. Una delle rare carte che vedono il Molise in una condizione di vantaggio è quella della diffusione delle proprie comunità all’estero con una serie di personalità di spicco che occupano postazioni di rilievo nel mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale. Bisogna saper cogliere meglio le potenzialità di una simile rete di oriundi molisani attraverso politiche strategiche che superano i tradizionali viaggi incardinati su nostalgia e folclore.

Le seconde, terze e quarte generazioni all’estero sono classi dirigenti che giocano ruoli di primo piano nelle economie locali e non potrebbero che sentirsi onorate se chiamate all’appello dal Molise per promuovere scambi che creino ricchezze, lavoro e aprono nuovi mercati. Su questo terreno la Regione versa in un ritardo culturale grave come mostra il Consiglio dei Molisani nel Mondo tenutosi a Isernia in questi giorni. Al di là dell’accoglienza calorosa e di una serie di indirizzi di saluti di più Autorità nella parte iniziale dei lavori, i Consultori Esteri hanno proseguito l’attività senza interlocutori istituzionali regionali. Credo sia un errore non investire somme più significative verso le comunità estere con procedure più agili e una saggia apertura che sappia valorizzare tutte le appartenenze politiche, sindacali e associative. Costringere le Associazioni e le Federazioni a lungaggini burocratiche con anticipazioni finanziarie rimborsabili a distanza di mesi o di anni non è un fatto positivo.

Assegnare nel Piano Operativo 2010 solo 200 mila euro su 650 mila euro totali alle comunità molisane all’estero non aiuta a consolidare i rapporti e gli scambi. La Regione Molise non può scaricare l’onere di una mole di attività così complessa al solo dirigente del Servizio per i Rapporti con i Molisani nel Mondo. E’ un dovere dell’intera Giunta e di tutto il Consiglio Regionale interloquire con le Comunità Estere, assumere le proposte del Consiglio dei Molisani nel Mondo e tradurle in atti concreti con modifiche legislative, incrementi di poste di bilancio e report costanti sull’attività compiuta e sui risultati raggiunti. Le proposte operative che ho trasmesso al Consiglio dei Molisani nel Mondo e che sicuramente sono state distribuite e esaminate, si sommeranno ai documenti conclusivi dei lavori e mi auguro ci aiuteranno a fare un salto culturale di responsabilità nell’approcciare un tema di tale rilievo per il Molise.

Michele Petraroia