A Termoli, la mostra “Mi Racconto” presso la Galleria Nuova Officina Solare. Un viaggio visivo tra memoria, mito e materia, curato da Nino Barone.

TERMOLI – Nel panorama artistico contemporaneo, spesso dominato da illusioni e artifici, l’artista termolese Sebastiano Bucci propone una visione autentica e personale con la mostra “Mi Racconto”, ospitata dal 18 al 31 ottobre 2025 presso la Galleria Nuova Officina Solare di Termoli, a cura di Nino Barone. L’esposizione, aperta ogni giorno dalle 18:00 alle 20:30, si configura come un percorso intimo e poetico, lontano dalle mode e dalle tendenze effimere del mercato.
Bucci si muove con consapevolezza nel mondo dell’arte, evitando di cadere nella trappola dei falsi profeti che, con opere spettacolari e prive di empatia, escludono l’osservatore dal processo creativo. Il suo intento non è stupire o elevarsi, ma condividere esperienze, ricordi, favole dell’infanzia e riflessioni sui grandi maestri, restituendo all’arte la sua funzione originaria: essere medicina per lo spirito.
Il linguaggio artistico di Bucci è eclettico e performativo, capace di spaziare dai graffiti urbani alla pittura, fino alla scultura. Le sue opere, pur nella varietà formale, mantengono una coerenza profonda con la sua visione del mondo. Tra i lavori esposti, spiccano il pannello ispirato a “Il Sassofonista” e il ritratto di Dalì, esempi emblematici della sua esperienza nella Street Art, che gli ha permesso di sviluppare una sensibilità creativa solida e originale.
La sua ricerca lo ha portato anche alla scultura, dove modella piccole figure che evocano miti e codici sociali del passato, ora evanescenti nella condizione post-umana. Ogni opera è un frammento di racconto, un messaggero senza tempo che emerge dalla memoria e dal mito, proiettandosi verso l’ignoto.
In una dichiarazione rilasciata in occasione della mostra, Sebastiano Bucci ha spiegato il suo approccio creativo con parole che ne riflettono profondamente la poetica: “La mia espressione artistica si evolve e muta con me nel tempo. Non ci sono standard o regole fisse. Non mi pongo dei limiti nella scelta dei materiali per la realizzazione di un’opera. Lascio che sia l’opera stessa a guidarmi verso la direzione giusta, verso la sua forma finale. Traggo ispirazione da tutto ciò che mi emoziona. Tutto può innescare l’inizio del processo creativo: una musica, una luce, un incontro. Spesso è la natura stessa, come maestra, a guidare il flusso creativo. L’imperfezione materica diventa espressività. Ogni dettaglio si trasforma in un racconto visivo che cattura lo sguardo e stimola l’immaginazione. Come un messaggero senza tempo che emerge dalla memoria e dal mito. Verso l’ignoto.”
La mostra “Mi Racconto” è dunque un invito a riscoprire l’arte come esperienza viva, poetica e profondamente umana, capace di parlare al cuore e alla memoria.
