CAMPOBASSO _ “Sono giorni in cui la stampa sta dispiegando tutto il suo potenziale per dimostrare quanto possa diventare uno strumento nelle mani della politica e a quali abissi di squallore si possa giungere per alimentare polemiche e dare un’immagine distorta della realtà”, è quanto ha dichiarato il consigliere comunale del Pdl, Mario Fratipietro.
“Non mi spiego diversamente i titoli e il contenuto di qualche “quotidiano” che,-continua Fratipietro- in riferimento all’ultima assise consiliare, ha ritenuto di porre in evidenza gli esiti di una discussione degenerata, a loro dire, tra me e il capogruppo del partito con il quale sono stato eletto al Comune di Campobasso.Premesso che non ho abbandonato l’aula perché inseguito dalla roboante minaccia di Colagiovanni, bensì per motivi strettamente personali e professionali, vorrei chiarire che questa volta ritengo che il capogruppo abbia colto decisamente nel segno. Infatti c’è davvero di che vergognarsi a rappresentare un partito che vede tra i suoi principali esponenti i responsabili del disastro economico e, in senso lato, sociale della nostra regione.
A questo punto ritengo che la domanda più spontanea che possano farsi gli eventuali lettori di questo mio comunicato è perché non lascio il PDL. Rispondo che, a mio avviso, io sono un consigliere comunale per espressa volontà degli elettori campobassani e non per grazia ricevuta dai vari responsabili del partito. Credo di non dire nulla di nuovo se sostengo che, in tempi attuali, sia fuori luogo fare appello alle ideologie e alle appartenenze politiche e chiarisco che ho scelto di candidarmi con il PDL semplicemente perché ritenevo, coerentemente, di non poterlo fare in una coalizione che sosteneva le scelte fatte dal presidente dell’IDV.
Considero, quindi, i partiti uno strumento indispensabile per poter partecipare alle competizioni elettorali però ritengo che, nel momento in cui si viene eletti, gli unici titolati a giudicare l’operato di un amministratore sono i cittadini elettori ai quali si dovrebbe il rispetto che meritano in relazione alle scelte che si fanno quando si distribuiscono deleghe e incarichi.
Probabilmente, il fatto di non sentirmi “a mio agio” nelle fila del PDL, nasce anche dalle scelte incongrue che sono state fatte, a questo proposito, dai dirigenti del partito che, a mio avviso, non hanno avuto alcuna considerazione della volontà popolare. Intanto, per rispetto del mio mandato, continuo a lavorare nella Commissione urbanistica che presiedo con senso di responsabilità e con l’obiettività che caratterizza da sempre il mio operato e dovrebbe essere il cardine dell’attività amministrativa. Non mi sento pertanto fuori luogo se,- conclude il consigliere- come ho sempre fatto, esterno tutte le mie perplessità e la mia dissidenza rispetto agli atteggiamenti assunti da taluni fra i componenti della maggioranza al Comune di Campobasso.
visione personale e/o opportunismo ?
in pratica il partito rappresenta il mezzo di trasporto che si utilizza per arrivare a destinazione ed il passeggero pretende di viaggiare gratis???