VENAFRO _ I consumatori europei dovrebbero essere meglio informati sulle nuove forme intrusive di pubblicità presenti su internet, questo l’elemento innovativo contenuto in una risoluzione da poco approvata dal Parlamento europeo che chiede anche maggior protezione per i consumatori vulnerabili e sottolinea il ruolo della pubblicità nella promozione di modelli di comportamento positivi. Per i deputati, la pubblicità comportamentale rappresenta “una grave minaccia per la protezione della vita privata” poiché è basata sulla tracciatura degli individui (cookie, costituzione di profili) e non è stata oggetto di un consenso esplicito del consumatore.
“In effetti – ha sottolineato l’On. Patriciello – il Parlamento europeo con tale mozione ha inteso manifestare la propria preoccupazione per la banalizzazione della pubblicità comportamentale e per lo sviluppo di pratiche pubblicitarie invadenti, come la lettura del contenuto delle e-mail, l’utilizzo dei social networks e della geolocalizzazione nonché la ripetizione del bersagliamento pubblicitario in quanto rappresentano una violazione della vita privata dei consumatori”
“E’ questa la ragione – ha continuato l’europarlamentare – per la quale abbiamo chiesto alla Commissione europea di introdurre l’obbligo di inserire in modo chiaramente leggibile la dicitura “pubblicità comportamentale” nelle pubblicità on-line di questo tipo”
“Solo migliorando la trasparenza e l’informazione a favore del consumatore – conclude Patriciello – sul modello del progetto “Privacy Seal”, si potrà certificare la conformità di detti siti alla normativa europea sulla protezione dei dati personali” “Inoltre, al fine di incentivare forme di pubblicità capace di promuovere “sani modelli di comportamento”, il Parlamento ha inteso invitare tutte le agenzie pubblicitarie e i professionisti dei media a riconsiderare lo sviluppo di modelli (uomini o donne) estremamente magri, al fine di evitare la divulgazione di messaggi pericolosi sull’aspetto fisico, sulle imperfezioni del corpo, sull’età e sul peso, tenendo conto dell’influenza e dell’impatto della pubblicità sui bambini e sui giovani”