
Addirittura il signor Flocco, ignorando la trave nei propri occhi, si mette a concionare sull’ attuale dirigenza di Molise Civile, rea di “essere l’abatino di turno” avendo trasformato il Movimento in una “realtà anestetizzata” “in un mutismo quasi assordante (un retore nato il signor Flocco) privo di qualsiasi prospettiva politica”.
La sua assenza dal Movimento evidentemente gli ha fatto perdere, in questi anni, più di qualche passaggio. Molise Civile, lungi dal non aver prospettiva politica si è posto invece come strumento di aggregazione politica genuina, e non come accrocchio familiar/politico come Flocco forse voleva, ed ha registrato una crescita costante in termini di adesioni, risultati amministrativi, presenza istituzionale e presenza su principali temi della politica locale. Al signor Flocco,e ai suoi non tanto oscuri suggeritori, evidentemente non va giù che il movimento sia riuscito ad intercettare un vero spazio politico, tra la gente e per la gente, e non ad esser solo un contenitore ad uso e consumo di alcuni burocrati della politica.
E quindi, come sempre quando l’invidia prende il sopravvento, si accusano gli altri usando le motivazioni che hanno portato al proprio fallimento. L’intervento del signor Flocco, lungi dallo stimolare un dibattito o una riflessione, è solo una manovra di bassa cucina per tentare di riappropriarsi di un movimento che ormai vive, fortunatamente, di una propria autonoma consistenza e proposta. Sono stati proprio dirigenti come Flocco ad aver quasi affossato in passato Molise Civile, ma il movimento oggi sa difendersi, come ha già fatto, da tentativi di usare le aspirazioni di partecipazioni dei molisani per scopi del tutto individuali e personali.
Il Movimento Molise Civile