LARINO _ La “struttura residenziale” Hospice di Larino è impegnata in un evento aperto a tutta la cittadinanza, un evento che ha come protagonista un “quasi beato”. Sua Eccellenza Reverendissima Armando Dini, arcivescovo emerito dell’ arcidiocesi di Campobasso-Boiano, parlerà del Servo di Dio Fra Immacolato, al secolo Aldo Brienza, che trascorse 50 anni della sua vita in un letto senza potersi muovere. Nasce nel 1922 nel capoluogo di provincia dove ha frequentato la scuola elementare “F. D’Ovidio” in via Roma, le medie e la scuola di ragioneria “L. Pilla”, sotto casa sua, in via Cuoco n°2, vicino alla stazione ferroviaria. All’età di 15 anni viene colpito all’improvviso da una malattia devastante: osteomielite acuta, le sue condizioni di salute peggiorarono al tal punto che poteva muovere solo la testa, un braccio ed appena il busto e, nonostante questo, mai un gemito, mai un momento di avvilimento.

Il suo amore per la Vergine Maria e per Gesù lo portarono alla vita religiosa entrando nell’Ordine dei Carmelitani Teresiani con il nome di Fra Immacolato Giuseppe di Gesù. Uscì di casa solo pochissime volte in tutti questi anni di degenza, ma sul suo viso solo sorrisi; in una lettera scrisse: “Benedico il Signore perchè neppure chi mi è intimo s’accorge della profondità dei miei dolori, Gesù sa dissimularli”. Ha sempre vissuto la sua malattia come un dono d’amore di Gesù nei suoi confronti. All’incontro che si tiene alle ore 16:00, nella Sala Riunioni dell’Hospice di Larino, interverranno anche Don Alessandro Porfirio, parroco di Roccaspromonte in provincia di Campobasso, che Fra Immacolato ha conosciuto per 25 anni e il professor Giuseppe Biscotti, autore di molti scritti sul “santo in carne ed ossa” che “abita nella piazza della stazione” come lo definì San Pio da Pietrelcina. Nel 1989 si è spento all’età di 67 anni, dal suo letto si alzava sempre una preghiera insieme alla sua assidua opera di apostolato.

La sua camera era un rifugio, non faceva mai mancare il suo conforto spirituale per chi aveva bisogno di aiuto. Colpiva la grande abbondanza di odori dal quale si era assaliti, spesso prima ancora di entrare nella sua stanza e che disponeva alla pace interiore. Grazie alla sua eroica costanza, nell’affrontare la “croce” e nell’eseguire la volontà di Dio, il 1° ottobre 2004 lo stesso Monsignor Dini ha dato avvio alla fase informativa del processo canonico di beatificazione di Fra Immacolato. Il 9 aprile del 2011 la Congregazione per le Cause dei Santi ha emanato il decreto di validità giuridica del processo diocesano di beatificazione, sarà questa un’occasione per festeggiare anche la bella notizia arrivata da poco tempo oltre cha a quella di ricordare la figura di un “quasi beato”, nostro compaesano che ha frequentato i nostri stessi luoghi e ha vissuto nei nostri tempi.

All’incontro che si tiene alle ore 16:00, nella Sala Riunioni dell’Hospice di Larino, interverranno anche Don Alessandro Porfirio, parroco di Roccaspromonte in provincia di Campobasso, che Fra Immacolato ha conosciuto per 25 anni e il professor Giuseppe Biscotti, autore di molti scritti sul “santo in carne ed ossa” che “abita nella piazza della stazione” come lo definì San Pio da Pietrelcina. Nel 1989 si è spento all’età di 67 anni, dal suo letto si alzava sempre una preghiera insieme alla sua assidua opera di apostolato. La sua camera era un rifugio, non faceva mai mancare il suo conforto spirituale per chi aveva bisogno di aiuto. Colpiva la grande abbondanza di odori dal quale si era assaliti, spesso prima ancora di entrare nella sua stanza e che disponeva alla pace interiore. Grazie alla sua eroica costanza, nell’affrontare la “croce” e nell’eseguire la volontà di Dio, il 1° ottobre 2004 lo stesso Monsignor Dini ha dato avvio alla fase informativa del processo canonico di beatificazione di Fra Immacolato. Il 9 aprile del 2011 la Congregazione per le Cause dei Santi ha emanato il decreto di validità giuridica del processo diocesano di beatificazione, sarà questa un’occasione per festeggiare anche la bella notizia arrivata da poco tempo oltre cha a quella di ricordare la figura di un “quasi beato”, nostro compaesano che ha frequentato i nostri stessi luoghi e ha vissuto nei nostri tempi.

Articolo precedenteMedaglia d’argento ai Campionati mondiali WUKF per il Shobu kai karate di Campobasso
Articolo successivoLa Fiat assume 5 operai a tempo indeterminato e richiama altri 20 interinali. Arriva commessa dal Brasile