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TERMOLI – Bacchettò un alunno di prima elementare sulle mani “spedendolo” al San Timoteo di Termoli. Denunciata per violenza privata e lesioni, la maestra manesca protagonista del caso di violenza in classe, non pagherà per il reato commesso. Ieri mattina il Tribunale di Termoli, a conclusione del processo a suo carico, ha decretato l’estinzione del reato per prescrizione. Di fatto l’insegnante con il vizio di picchiare i bimbi in classe con il sottile bastone, se l’è “sfrancata” e, nonostante il provvedimento disciplinare del provveditorato regionale, è tornata a scuola.

Si è chiuso ieri, dunque, il singolare caso accaduto in città a febbraio del 2005. Nei primi giorni di quel mese un alunno di 7 anni finì al pronto soccorso dell’ospedale termolese con le mani e le braccia gonfie ed arrossate. I medici lo medicarono ed i genitori, infuriati per l’accaduto, denunciarono subito la maestra prima al preside della scuola il quale non perse tempo e fece una relazione al Provveditorato agli studi del Molise e poi in Procura. Non solo. Il referto medico del piccolo non tardò ad approdare in Commissariato dove si aprì un’inchiesta.

I genitori del bimbo furono subito ascoltati negli uffici di via Cina. Nei giorni successivi altre famiglie rivelarono il brusco trattamento subìto anche dai propri figli e cambiarono sezione ai piccoli per evitare di farli incappare nuovamente nelle “lezioni” della docente. Altre famiglie alzarono il tono della polemica ed a Termoli “esplose” il caso. Ora, trascorsi 8 anni, il giudice di Termoli ha posto la parola fine all’episodio ma i genitori dei bimbi sono rimasti con l’amaro in bocca. Alcuni, assistiti dall’avvocato D’Aloisio, si erano costituiti parte civile nel processo.

Nel frattempo la bacchetta, citata più volte nel processo, si è volatizzata in quanto non sembra essere stata trovata dagli inquirenti che si erano recati nella classe per sequestrarla. Una brutta storia quella accaduta in città che lascia ampi margini di riflessione sul ruolo dei docenti di oggi nella didattica e nelle relazioni con gli alunni, spesso vivaci ma non per questo destinatari di metodi considerati poco ortodossi e forse “trapassati” nei tempi. L’utilizzo della bacchetta in maniera violenta non rientra nei programmi di studio dei più piccoli nè negli altri gradi di istruzione.

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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa

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