ROMA _ Non è andata proprio giù all’onorevole Di Giuseppe la risposta del governo in merito al fotovoltaico in Molise, argomento per il quale oggi alla Camera la parlamentare ha illustrato un’interrogazione per chiedere numi al ministro per i Beni e le Attività Culturali e al Ministro dello Sviluppo economico circa il blocco dei lavori per la realizzazione di due centrali solari, una delle quali già approvata dalla stessa Regione Molise, causato da cavilli burocratici e beghe tra la Regione Molise e la Soprintendenza ai beni culturali e paesaggistici.

Stando a quanto appreso dalla stampa locale (il Quotidiano del Molise 23 marzo), il blocco della realizzazione di tali centrali non riguarderebbe esclusivamente il succitato consorzio, ma ben 50 ‘campi’ fotovoltaici e metterebbe a rischio, non solo i 300 posti di lavoro derivanti dall’attività della Società impiantistica montenerese’, ma l’intero indotto legato al fotovoltaico, stimato in circa 1600 addetti. Tutto questo comporterebbe una ulteriore penalizzazione di una regione storicamente deficitaria dal punto di vista occupazionale. In particolare l’on. Di Giuseppe ha voluto chiarimenti sulla consolidata consuetudine della Direzione Regionale del Molise del Ministero ai Beni culturali di disertare la sede decisoria della Conferenza dei Servizi e di consegnare i pareri negativi all’Ufficio Protocollo, vietando di fatto lo svolgimento del contraddittorio. A questo proposito l’Italia dei Valori ha chiesto al Governo di verificare correttezza e la legittimità dei pareri DELLA SOPRINTENDENZA REGIONALE AI BENI ARTISTICI E PAESAGGISTICI” “Frettolosa, evasiva e fuori tema” così è stata giudicata dall’on. Di Giuseppe la risposta del sottosegretario ai Beni e le Attività Culturali, Francesco Maria Giro che ha parlato di TAR rigettati e di silenzio-assenso giustificando così l’operato della soprintendenza. “Il problema – ha sottolineato la parlamentare – è un altro, ovvero il fatto che alla conferenza dei servizi non partecipi nessun rappresentante della soprintendenza e comunque arrivi il parere negativo.

“Il problema. – ha continuato l’on. Di Giuseppe – è che non ci sia la partecipazione. Non possiamo accontentarci di una assenza sistematica della soprintendenza regionale che, senza ascoltare e senza esporre le sue motivazioni, decide, a priori, di negare i permessi e di bloccare il fotovoltaico in Molise. Inoltre – ha sottolineato la parlamentare IdV – il blocco della realizzazione di tali centrali non riguarderebbe esclusivamente il succitato consorzio, ma ben 50 ‘campi’ fotovoltaici e metterebbe a rischio, non solo i 300 posti di lavoro derivanti dall’attività della Società impiantistica montenerese’, ma l’intero indotto legato al fotovoltaico, stimato in circa 1600 addetti. Tutto questo comporterebbe una ulteriore penalizzazione di una regione storicamente deficitaria dal punto di vista occupazionale. Purtroppo – ha ribadito durante la controreplica – quando si verificano questi fatti, è chiaro che si va ad ostacolare quello che è il percorso che bisogna seguire per produrre energia attraverso le fonti rinnovabili. Ma è anche chiaro , e su questo punto non vorremmo assolutamente essere fraintesi , che non siamo né per l’eolico selvaggio, né per lo specchio selvaggio, né per il pannello selvaggio.

La verità è che non vogliamo esporre ai rischi del nucleare le generazioni future ed è per questo che diciamo «sì» allo sviluppo di produzione di energia pulita, ricavata da fonti rinnovabili. In particolare, con la tecnologia del fotovoltaico i tempi di realizzazione sono molto brevi. Per questo non ci accontentiamo della risposta del sottosegretario Giro – ha dichiarato successivamente all’interrogazione in aula – continueremo a batterci affinchè non si verifichi alcuna leggerezza in merito e affinchè la soprintendenza partecipi alle conferenze di servizi che garantiscono ampia discussione e un doveroso confronto tra le parti.

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2 Commenti

  1. ma dai!
    anita,da tuo elettore mi sarei aspettato una battaglia per incentivare i mini impianti sui tetti che non consumano territorio e non le centrali che arricchiscono solo i soliti noti…. i posti di lavoro sarebbero stati tutelati lo stesso e non si sarebbe devastato l’ambiente. mah!