CAMPOBASSO _ “Lavoro, legalità e solidarietà: sono questi i temi scelti dai sindacati CGIL, CISL e UIL per il 1 Maggio 2010. Temi quanto mai attuali di cui si sente un gran bisogno anche nella nostra regione, sempre più alle prese con la gravissima crisi occupazionale, in gran parte legata allo stato dell’economia mondiale ma anche alla crisi del modello di sviluppo molisano, che sta mettendo in ginocchio quel poco di tessuto produttivo industriale ed artigianale sedimentatosi negli ultimi trentacinque anni. Dall’Alto Molise all’isernino, passando per la zona di Bojano e arrivando alla costa, sono tante, ma davvero tante le imprese che sono in liquidazione o hanno chiuso i battenti. Dai giganti come la Ittierre alla Geomeccanica, dalle decine di fabbrichette metalmeccaniche alla Laterlite. Eppure la politica non riesce a dare risposte serie e credibili alle famiglie che non riescono più a quadrare i bilanci.

Come Molise intero siamo alle prese con problemi gravissimi come lo spopolamento dei piccoli paesi, con una emigrazione intellettuale che è ripresa con forza a ritmi superiori a quella che ci vedeva perdere le nostre migliori intelligenze sino agli anni Ottanta del secolo scorso e con un’assenza di prospettive che nessuno si azzarda a spiegare. Il territorio sta subendo attacchi violentissimi da parte di lobbies potenti che agiscono sotto le mentite spoglie di cavalieri delle energie alternative, che vogliono solo saccheggiare il territorio e che nessuno si sogna di smascherare. Viene da chiedersi: quale sarà il nostro futuro quando, tra poco, il federalismo dovrà pur dispiegare i suoi effetti che per ora mi pare che nessuno si sia azzardato a definire neppure per sommi capi?

Ormai si parla solo di cure dimagranti, vedi la Sanità pubblica dove si riducono i posti letto ma non i reparti doppione che pullulano di amici e parenti in camice bianco. Forse è arrivata l’ora che tutti i cittadini, tutti i molisani riprendano a porsi problemi seri e a fare ragionamenti che si traducano in prese di posizione in grado di condizionare chi guida le sorti della Regione. Non credo che rassicurino più nessuno le promesse roboanti di una casta chiusa di politici che, per condizione socio-economica e relazioni di potere, sono sempre più lontani dai problemi quotidiani ed esistenziali della cosiddetta gente comune. Bisogna scuotersi dal torpore e recuperare la forza di costruire una nuova prospettiva di sviluppo per tutti. Nel segno di un’economia sostenibile, capace di dare lavoro e futuro”.

Carmine Perugini

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