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Giancarlo Totaro
TERMOLI _ C’è da fidarsi che l’acqua sia tornata potabile? tanti cittadini sembrano dubbiosi e non si fidano. Quale è il motivo della sfiducia ? Il motivo di tale sfiducia deve far riflettere i responsabili politici , amministrativi e tecnici che in questa vicenda sono stati loro malgrado coinvolti.

 Per fortuna i valori di trialometani non hanno superato soglie allarmanti di concentrazione ,insufficienti a determinare patologie acute rilevanti ,ma se le concentrazioni fossero state maggiori tale da determinare importanti conseguenze acute sull’organismo le istituzioni preposte sarebbero state in grado di gestire l’emergenza?

Queste sono considerazioni che esulano dalle considerazioni tecnico scientifiche ma devono far riflettere tutti noi sulla scarsa cosiderazione che ormai i cittadini hanno nei confronti delle istituzioni che considerano contaminate o contaminabili, uno scoramento sempre più profondo e preoccupante.

Tecnicamente mi sento di poter tranquillizzare sulla attendibilità dei risultati esposti alla base del ritiro dell’ordinanza di divieto dell’utilizzo dell’acqua della rete idrica del beassomolise per ragionevoli considerazioni indirette legate allo sviluppo della vicenda dei trialometani.

In Primis è opportuno ricordare che la deviazione dei risultati tra arpam e molise acque sono nei limiti accettabilità di variabilità scientifica e sono del tutto spiegabili perchè essi provengono da prelievi di acqua da fonti diverse della rete idrica e non eseguiti dallo stesso medesimo campione (a monte e a valle ) e contemporaneamente. inoltre si deve considerare che i valori attuamente rilevati al rubinetto di casa sono sovrastimati (cioè sono tendenzialmente frutto di una concentrazione dovuta alla emergenza), rispetto alla totalità dei volumi di acqua presente nei vasi di conduttura dell’intero sistema idrico, a causa dello scarso utilizzo dell’acqua che determina due ordini conseguenze , la prima è il persistere della stessa acqua potabilizzata precedentemente di qualche giorno prima nelle tubazioni(cioè l’acqua iquinata non quella clorata oggi ) ,la seconda perchè più l’acqua resta nelle tubature,anche dopo la ipoclorazione alla fonte,più c’è la formazione di trialometani(cioè i trialometani continuano a formarsi nelle tubature anche dopo la ipoclorazione),cioè la stasi dell’acqua nelle tubature purtroppo aumenta la formazione dei composti alogenati.

Questo dovrebbe voler dire che quando i cosumi dell’acqua aumenteranno con il ritorno ai normali quantitativi di consumo ,presumibilmente (se non si verificheranno altre anomalie a monte) i valori rilevati dovrebbero scendere ancora. quanto detto non deve indurre a cosumare più acqua e nè deve essere inteso come consiglio a farlo. infatti il perdurare del contatto del cloro con i materiali organici ,anche se non derivante da esseri viventi quali batteri etc.,determina un aumento dei trialometani che comunque si formano nelle acque trattate con ipoclorito. Inoltre è utile ricordare di non allarmarsi se l’acqua dovesse risultare particolarmente sgradevole a causa della clorazione può essere utile riempirla qualche ora prima dell’utilizzo in cucina o ,metodo più complesso,travasarla diverse volte prima di utilizzarla ciò è dovuto al possibile aumento del cloro.

Però non bisogna dimenticare che oltre agli aspetti tranquillizzanti ci sono anche spinosi argomenti che invitano gli enti preposti in futuro alla prudenza e alla stretta e attenta sorvaglianza delle acque : la prima , perchè non sono ancora del tutto chiare le cause che hanno deteminato il fenomeno. 

La seconda è legata alla durata del fenomeno dei trialometani che se fosse stato strettamente episodico e solitario avrebbe dovuto terminare con l’esaurimento dei volumi della vasca di clorazione dell’impianti di potabilizzazione , quindi se non si ponesse rimedio ad un eventuale problema strutturale tra qualche mese in primavera ed estate, quando le temperature ambientali saliranno come sempre aumenterà anche la flora batterica, che sicuramente richiederà un massiccio aumento della necessità di clorazione con accentuazione del problema; bisognerebbe ,a mio aviso,inderogabilmente intervenire sulla eccessiva fauna ittica del lago di Guardialfiera e prendere in seria considerazione la possibilità di mettere in cantiere il drenaggio e ripulitura del fondale per rimuovere l’eventuale presenza di eccesso di materiale organico marcescente precipitato che rende insalubre l’acqua ed inutilizzabile ai fini potabili effetto collaterale dovuto alla vecchiaia degli invasi artificiali comune a tutti gli invasi idrici di questo genere; essendo gli alogeni degli idrocarburi sostanze presenti nei rifiuti tossici sarebbe giusto,se non è stato già fatto ,analizzare anche la presenza di queste sostanze a monte dell’impianto di potabilizzazione, nell’invaso idrico e lungo il Biferno fiume e golene, per escludere che non ci siano stati sversamenti esterni di tale origine. 

Il sistema di gestione dell’emergenza idrica va centralizzato unicamente nelle mani delle istituzionui comunali ; la assolutà necessità che i valori delle analisi, vista la cangerogenicità degli alogeni degli idrocarburi, delle acque vengano trasmessi metodicanente e con cadenza mensile ai comuni così da permettere il monitoraggio continuo delle acque ai fini della prevenzione delle patologie neoplastiche correlate; conoscere i valori dei trialometani negli ultimi 10 anni.

Quindi in conclusione sicuramente ci sono gli elementi per rassicurare la popolazione sulla sicurezza momentanea e acuta dell’utilizzo estemporaneo delle acque ma rimangono molti interrogativi che impongono attenzione ed impegno alla soluzione definitiva del problema ai fini della tutela della salute di tutti i cittadini bassomolisani.

Giancarlo Totaro – medico spec. patologo clinico