Maria Lopa con la Macchiarola TERMOLI _ Ciao Maria … scrutini, esami, nomine e quella notizia. Uno scherzo! No, Nino non è tipo da fare simili scherzi. Telefonate convulse e… la conferma: “Maria se ne è andata là, dove i nostri numeri e le nostre idee non hanno senso”. Volevo farti una sorpresa per i miei 60 anni. La sorpresa, me l’hai fatta tu, fermando i tuoi a 58 anni. Ombrelloni già pronti per l’Estate imminente, gente assorta che percorre marciapiedi insicuri, Prof. e Prof.sse impegnati a definire numeri, che fanno memoria nella storia di quanti percorrono itinerari di scuola e la tua malattia, discretamente vissuta con Pino sempre accanto, che ti ha portato laddove i sogni s’infrangono. Gocce di un infinito oceano di vite che rincorrono un senso e Sorella Morte che mescola le carte taroccate della vita.

 

Scelte difficili nella politica, nell’associazionismo, nel sindacato, nelle amicizie, nella scuola che oggi ti piange, dimentica delle tue battaglie passionarie. Il telefono, compagno delle tue interminabili chiacchierate, ora tace. Sulla strada, …on th road… smarrito ed incredulo, cercherò, tra i pezzi di memoria, le tue parole e le tue sicurezze. Ora, immobile, il tuo viso, rischiarato da un sorriso che ha vissuto il dolore di una malattia che non utilizza condoni, si è colorato di un bianco che travolge l’arcobaleno di colori della tua vita. Sul prato incolto di quell’ospedale, che ti ha accolto nella speranza che fosse possibile non infierire su di te e sulla tua malattia, una coccinella vola sul mio braccio a parlarmi di te. Ma tu, amica cara, non rispondi più, gesticolando con quelle tue mani ora ammantate di bianco, e, dentro quella bara, sei diventata piccola, indifesa e..silenziosa.

Il tuo Pino, albero meraviglioso della tua vita, regala gocce di rugiada discreta ed ombra ristoratrice, fecondata d’amore, che consente agli occasionali viandanti giunti a porgerti l’ultimo saluto, di sentire il racconto di una “passionaria” volata via con le rondini nel cielo di un’estate imminente. Sulle strade di una Termoli distratta da quei “soliti” problemi di sempre, assorti, stupiti, confusi…una fila di amici, compagni di strada e di vita, insieme a colleghi ed occasionali spettatori, fanno cornice al tuo volo verso quell’Oltre dell’esistere senza spazio e senza tempo. Con il mio cuore, accanto al tuo ormai fermo, raccoglierò l’acqua di quei piccoli laghi cerulei, formatisi con le gocce di rugiada cadute dagli occhi di quanti ti hanno conosciuta, per versarla su quel ruscello perenne del tuo ricordo, dal quale il tuo Pino potrà sempre trarre linfa vitale e noi con lui, insieme a lui. Ciao, amica cara.

Z’ Vassilucc’e

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