Tutto ciò è allarmante, anche perché nel territorio basso molisano esistono solo strutture pubbliche, a differenza di altre aree, in particolar modo quella centrale di Campobasso, in cui si riscontra la presenza di diverse strutture private accreditate. Questo territorio oltre ai tagli già subiti in precedenza, stando così le cose, dovrà continuare a subire ulteriori, inaccettabili, penalizzazioni. Il Basso Molise vedrà, oltre alla riconversione dell’ospedale Vietri di Larino, privarsi nell’ospedale San Timoteo in futuro di ulteriori reparti: Ginecologia-ostetricia, Pediatria, Otorino, Urologia; specialistiche che risultano ancora presenti in tutti gli ultimi atti di programmazione sanitaria redatti.
Per evitare questa ulteriore “mattanza”, la possibile soluzione è stipulare accordi di programmazione integrata con le regioni confinanti in modo da garantire gli standard per le singole specialistiche e il rispetto delle soglie di bacino di utenza, come indicato nel decreto e dal nuovo Patto per la Salute 2014-2016. Questo è valido anche per consentire presidi sanitari in altre zone disagiate del Molise! Da molto tempo richiamiamo, con documenti, incontri ( IV Commissione Regionale, Consigli Comunali monotematici di Termoli), dibattiti, l’attenzione alle conseguenze per il nuovo Patto della Salute 2014-2016 e del regolamento in itinere; oltre a indicare nostre proposte e sollecitare a dare corso con immediatezza ad accordi di programma con le regioni limitrofe. Considerato che entro sei mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto, la Regione dovrà individuare e programmare il servizio sanitario e la rete ospedaliera secondo gli standard definiti e indicati, riteniamo che non è più tempo di “chiacchiere”, pacche sulla spalla, e ritenere che scelte e responsabilità siano solo del Presidente-Commissario Frattura.
Non è più tollerabile, su un argomento di vitale importanza, registrare ancora il silenzio assordante e l’eclisse della classe politica e dirigente: parlamentari, consiglieri regionali, sindaci,.. E’ tempo che la politica con la P maiuscola, con la partecipazione e il contributo di tutti, individua e assuma quelle scelte coraggiose, di rigore ma anche di investimenti in tecnologie e personale, capaci di coniugare qualità del servizio, bisogni dei territori, nonché il riequilibrio e messa in rete tra servizio pubblico e privato.
Presidente Comitato San Timoteo
ing. Nicola Felice
non ho parole
ora la domanda nasce spontanea , ma secondo voi con accordi di confine si riuscirebbe a salvare qualcosa???? cari professoroni le altre regione hanno iniziato da tempo un percorso di riorganizzazione del sSr che ha visto organizzare i propri ospedali di confine per esserre attrattivi. e coe fate a pensare che le altre asl rinuncerebbero alla loro mobilità attiva???? poveri noi
temo tu abbia ragione
temo tu abbia ragione non vedo possibile allo stato attuale che le regioni vicine cerchino un simile accordo. forse in un riordino delle regioni come più volte paventato, ma questi sono altri scenari.
Ti pongo una domanda tutto questo silenzio potrebbe essere dettato dal fatto che ormai sia gia tutto deciso sia per le sorti del s. Timoteo che della sanità che della regione tutta?