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ReferendumTerritoriTERMOLI – Convegno stimolante quello tenuto ieri, presso la Sala del Sacro Cuore a Termoli, dal professor Rossano Pazzagli, docente dell’Università del Molise. Una platea variegata ha seguito con molto interesse il dibattito e interagito nella discussione. Presenti consiglieri regionali, ex amministratori, ex deputati, esponenti di associazioni e partiti, semplici ed interessati cittadini. Dopo una sintetica premessa introduttiva di Roberto De Lena, esponente della RAP Molise, l’associazione che ha promosso l’evento, il professor Pazzagli ha affrontato con pacatezza i temi della discussione, tracciando un’accurata e personale analisi storica dei fenomeni sociali e dei processi democratici in discussione.

Referendum, democrazia e territori: nel titolo del convegno, rileva il Pazzagli,  vi è già lo specchio delle tre grandi crisi del nostro tempo.  La fase attuale definita post-democrazia, è caratterizzata da un temibile combinato disposto della crisi della rappresentanza e della crisi dei territori. Territori che sono il vero “malato d’Italia”, sempre più mortificati dall’abbandono, dalle cementificazioni, dallo snaturamento, ecc. Ma al tempo stesso l’unica grande risorsa e la vera ossatura del nostro Paese, basti pensare alla ricchezza culturale, sociale ed economica dei nostri piccoli Comuni, al quale vogliono persino togliere le rappresentanze democratiche.
A partire dagli anni ’80 e ’90 si è avuto un progressivo decadimento del partito di massa, quale strumento di partecipazione alla vita politica. I partiti sono rimasti formalmente ma, nella sostanza, sono svuotati. E’ venuto così meno il confronto tra le visioni della vita e le grandi idealità, la cosiddetta “morte delle ideologie“. Questo ha portato ad un progressivo addormentamento civico con la successiva disillusione delle masse a poter incidere nei processi di governo e il conseguente decadimento nella partecipazione democratica. Di qui l’imposizione di personaggi alla guida del Paese senza nessun mandato democratico.

Si sofferma particolarmente Pazzagli sull’attacco esiziale alla Carta Costituzionale da parte del governo Renzi: uno snaturamento gravissimo ed una tendenza alla destrutturazione del sistema parlamentare in favore di un dirigismo assoluto e incontrollato dell’esecutivo.  La riforma costituzionale è ormai l’atto finale di un processo di smantellamento delle istituzioni statali, dopo quello delle rappresentanze territoriali (Provincie, Comuni, Comunità Montane, ecc.) a cui è vitale e necessario opporsi. Il referendum confermativo della riforma costituzionale del prossimo autunno sarà un banco di prova importantissimo per dare speranze al futuro.

Il professor Pazzagli conclude il suo intervento ribadendo il suo ruolo di ricercatore e analizzatore storico, che non ha dunque il compito di elaborare soluzioni politiche, tuttavia, condivide la grave responsabilità di lasciare ai giovani un mondo peggiore e auspica un loro rinnovato impegno per riattivare un nuovo processo di rinascita per il nostro Paese – d’altronde l’Italia è sempre stato un Paese di rinascite!
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