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Referendum, democrazia e territori: nel titolo del convegno, rileva il Pazzagli, vi è giĂ lo specchio delle tre grandi crisi del nostro tempo. La fase attuale definita post-democrazia, è caratterizzata da un temibile combinato disposto della crisi della rappresentanza e della crisi dei territori. Territori che sono il vero “malato d’Italia”, sempre piĂą mortificati dall’abbandono, dalle cementificazioni, dallo snaturamento, ecc. Ma al tempo stesso l’unica grande risorsa e la vera ossatura del nostro Paese, basti pensare alla ricchezza culturale, sociale ed economica dei nostri piccoli Comuni, al quale vogliono persino togliere le rappresentanze democratiche.
A partire dagli anni ’80 e ’90 si è avuto un progressivo decadimento del partito di massa, quale strumento di partecipazione alla vita politica. I partiti sono rimasti formalmente ma, nella sostanza, sono svuotati. E’ venuto così meno il confronto tra le visioni della vita e le grandi idealitĂ , la cosiddetta “morte delle ideologie“. Questo ha portato ad un progressivo addormentamento civico con la successiva disillusione delle masse a poter incidere nei processi di governo e il conseguente decadimento nella partecipazione democratica. Di qui l’imposizione di personaggi alla guida del Paese senza nessun mandato democratico.
Si sofferma particolarmente Pazzagli sull’attacco esiziale alla Carta Costituzionale da parte del governo Renzi: uno snaturamento gravissimo ed una tendenza alla destrutturazione del sistema parlamentare in favore di un dirigismo assoluto e incontrollato dell’esecutivo. La riforma costituzionale è ormai l’atto finale di un processo di smantellamento delle istituzioni statali, dopo quello delle rappresentanze territoriali (Provincie, Comuni, ComunitĂ Montane, ecc.) a cui è vitale e necessario opporsi. Il referendum confermativo della riforma costituzionale del prossimo autunno sarĂ un banco di prova importantissimo per dare speranze al futuro.
Il professor Pazzagli conclude il suo intervento ribadendo il suo ruolo di ricercatore e analizzatore storico, che non ha dunque il compito di elaborare soluzioni politiche, tuttavia, condivide la grave responsabilitĂ di lasciare ai giovani un mondo peggiore e auspica un loro rinnovato impegno per riattivare un nuovo processo di rinascita per il nostro Paese – d’altronde l’Italia è sempre stato un Paese di rinascite!