Antonio Di Pietro
TERMOLI _ “La Fiat chiude e se ne va. L’imprenditore Di Risio, che ha promesso mari e monti e che è stato presentato dal ministero dello sviluppo economico, non paga da mesi i suoi dipendenti d’azienda in Molise”. Lo affermano in una nota congiunta il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi, che spiegano:

“I lavoratori, lasciati da soli, hanno potuto contrattare solamente gli strumenti di accompagnamento alla pensione, per evitare di essere buttati in strada da un giorno all’altro. Rispetteremo il voto dei lavoratori di Termini Imerese sull’accordo, ma chiederemo anche quali scambi inconfessabili sono avvenuti, in queste ore, tra il ministro Passera e Marchionne. Sta nascendo un moto di ribellione in Italia contro gli azionisti Fiat che chiudono Termini Imerese per produrre la nuova Ypsilon in Polonia, che spingono il governo italiano a comprare la Thema prodotta in Canada, che hanno chiuso la Irisbus di Avellino, CNH di Imola e che si preparano a chiudere la Maserati di Modena. Hanno, inoltre, lasciato senza modelli lo stabilimento di Mirafiori, hanno sbagliato la progettazione della Grande Punto di Melfi, costruito un nuovo motore bicilindrico in Polonia mettendo in crisi l’azienda di Termoli . Per tutte queste ragioni, oggi si scrive un’altra triste pagina della storia ’industriale italiana. Ci attendiamo che il governo alzi testa di fronte a chi continua a chiedere soldi pubblici, nonostante stia distruggendo l’apparato industriale del Paese, e soprattutto che si opponga a questa macelleria sociale, per ridare ai lavoratori quella dignità che ogni giorno viene calpestata dalla Fiat”.

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