TERMOLI _ L’origine della crisi economica non risiede solo nell’uso sbagliato di strumenti finanziari da parte di banchieri o politici o finanzieri. La crisi trova origine nel fatto che si è negata la vita, la nascita di figli, quindi si è ridotta la crescita della popolazione al di sotto dei ritmi naturali, penalizzando gravemente la crescita economica, lo sviluppo, il benessere. Queste cose non si dicono perché sono considerate di carattere morale. E tutto ciò che è di carattere morale non viene considerato perché apparentemente non scientifico. Una logica di sviluppo economico non può prescindere dal valore dell’uomo e quindi dal valore della vita e che lo sviluppo deve essere integrale per l’uomo e non soltanto materiale. Infatti nella Caritas in Veritate, Benedetto XVI espone con una razionalità estrema il fatto che la conseguenza del non rispetto della vita e di uno sviluppo integrale dell’uomo ha generato una forma di nichilismo e un allontanamento della cultura contemporanea da ogni forma di verità o di principio di riferimento.

Tale riduzionismo ha influenzato l’economia, la finanza, la politica, al punto da conseguire una forma di autonomia morale che è diventata nemica dell’uomo. La teoria neo-malthusiana ha sostenuto che se la crescita della popolazione fosse continuata ai ritmi degli ultimi anni avrebbe provocato un fenomeno considerato terrificante al momento: cioè centinaia di milioni di persone prima dell’anno 2000 sarebbero morte di fame per la mancanza di risorse.

Queste profezie catastrofiche sono state ripetute frequentemente: si diceva che il tasso di crescita della popolazione era troppo alto, che andava fermato, altrimenti decine di milioni di persone sarebbero morte di fame prima dell’anno 2000 in Asia, in Cina ed in India. Non solo non sono morte di fame, ma sono diventate più ricche di noi al punto da tenere in piedi la nostra economia. E chi ha prodotto questa ricchezza? É stata proprio la crescita della loro popolazione. Cosa provoca un sistema economico che non fa figli? Le “non nascite” provocano una forma di congelamento del numero della popolazione e conseguentemente l’aumento dei costi fissi di una struttura economica. Negli anni ’70 il mondo era diviso per convenzione in 4 grandi aree: il mondo sviluppato, circa un miliardo di persone, con Stati Uniti, Canada, Giappone, Europa; poi c’era il secondo mondo, quello del blocco sovietico; poi c’era un mondo in via di sviluppo; e infine il quarto mondo in condizioni di grave sottosviluppo.

In quegli anni il cosiddetto mondo sviluppato a causa delle teorie neo-malthusiane bloccò la crescita della popolazione fino allo 0% degli anni Ottanta soprattutto in Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone. Crescita zero vuol dire che si fanno due figli a coppia che è il tasso di sostituzione. La crescita zero provoca il congelamento del numero di una popolazione e ne cambia la composizione: ci sono meno giovani che accedono al mondo del lavoro e della produttività e più persone che escono dal mondo del lavoro per anzianità. Questo provoca minor produttività, un rallentamento del ciclo dello sviluppo sociale, quindi meno coppie si sposano, meno coppie fanno figli e aumentano i costi fissi, perché le persone che invecchiano hanno un costo maggiore come pensioni e come sanità. Questo è un fenomeno che venne completamente ignorato.

Il fenomeno delle culle vuote non solo rallenta completamente la crescita ma fa crollare il tasso di accumulazione del risparmio, perché la famiglia singola, la famiglia con un solo figlio tende a non risparmiare, perde motivazioni e non vede grandi prospettive. Tanti anni fa abbiamo pensato che non facendo figli saremmo diventati più ricchi, saremmo stati meglio. É successo esattamente il contrario: non facendo figli, siamo diventati più poveri e staremo male per molto tempo se non riusciamo a sgonfiare questo sistema di indebitamento e se non torniamo a far nascere almeno i bambini concepiti.

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