TERMOLI _ Il Comune di Termoli ha stanziato in questi giorni fondi in favore delle scuole, statali e paritarie. Sono insorte polemiche in ordine alle modalità con cui tali fondi sono stati ripartiti tra le varie scuole ed in particolare in ordine alle assegnazioni fatte in favore delle scuole statali e di quelle non statali, assumendosi che queste ultime sarebbero state privilegiate nella ripartizione. Particolare “favore” sarebbe stato riservato alla scuola Primaria Paritaria “N.M. Campolieti”, gestita dalla Cooperativa Sociale “Il Sentiero”, del cui Consiglio di Amministrazione sono Presidente.
Appare opportuno entrare nel merito delle questioni sollevate con osservazioni che possano aiutare a valutare le cose con serenità. Al fine di inquadrare correttamente la natura e l’effettiva valenza del contributo erogato dal Comune di Termoli nei confronti delle scuole paritarie, vanno fatte alcune precisazioni in ordine all’attuale sistema scolastico vigente in Italia, che è denominato “sistema pubblico integrato”. In tale sistema rientrano le scuole statali e quelle che una volta venivano chiamate “scuole private”, perché sorte ad iniziativa di privati cittadini, ma che oggi sono definite più correttamente “paritarie”, e non private, perché poste sullo stesso piano di quelle statali: al pari di queste sono infatti riconosciute come aventi una valenza pubblica e sono inserite, come si diceva, in un sistema integrato di scuole statali e non statali. Va sottolineato che il riconoscimento di scuola paritaria è avvenuto a seguito di verifiche di “qualità” che hanno certificato la rispondenza delle scuole non statali paritarie a tutti i criteri previsti dal nostro ordinamento per le scuole pubbliche (statali e non statali). Se questa è la realtà dei fatti, accade però che le scuole statali ricevano dallo Stato, anche attraverso i Comuni, in tema di sostegno economico, molto più di quanto ricevano, come contributo di parifica, le scuole non statali. Questo spiega perché i genitori debbano contribuire alle spese di gestione delle scuole paritarie, appunto attraverso il versamento di un contributo a tali spese gestionali.
Lo squilibrio nel sostegno economico è reso evidente dalle seguenti considerazioni e dall’analisi dei dati che emergono da fonti Censis ed Ocse, nonché dalle stesse leggi finanziarie statali.
1) Una prima considerazione. Stando alle polemiche sollevate, il Comune di Termoli premierebbe con dei contributi le Scuole private – ma, per quanto detto, più correttamente, paritarie – a scapito di quelle statali. A supporto di tale tesi si elencano cifre assegnate dal Comune in virtù della Legge 23 del 96 e del Dgs 297 del 1994. Ma queste leggi non sono le uniche fonti di erogazione di contributi alle Scuole. Per quel che riguarda le scuole statali, va osservato quanto segue. I soldi che il Comune eroga per finanziare i vari progetti didattici cosa sono? E ancora, i fondi che il Comune impiega per pagare affitti e/o acquisti degli edifici scolastici, per spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché per l’erogazione di gas, acqua, telefono, energia elettrica, scuolabus, integrazione buoni pasto ecc., cosa sono: soldi o noccioline? Le scuole non statali, invece, sopportano direttamente e per intero i costi degli affitti, del riscaldamento, dell’energia elettrica, del personale, ecc. ecc., ma offrono un servizio non certo inferiore a quello delle scuole statali. Già questo basterebbe per far capire chi viene premiato; ma questo è solo la minima parte della verità, c’è dell’altro.
2) I soldi che gestisce il Comune di chi sono? Mi pare che siano soldi pubblici e allora essi vanno sommati a tutti quelli che arrivano alle Scuole dallo Stato, attraverso i vari Ministeri e organi. Andiamo, quindi, a vedere, alla luce dei dati ufficiali, quanto spende lo Stato per le sue scuole e quanto per le non statali.
Spesa pubblica per allievo scuola statale, per anno |
scuola infanzia |
scuola primaria |
scuola secondaria primo grado |
scuola secondaria secondo grado |
In euro |
€ 6.116 |
€ 7.366 |
€ 7.688 |
€ 8.108 |
Fonti: Censis 2006 e Ocse 2006, riferimento anno 2003 (cambio dollaro = euro)
Spesa dello Stato per studente scuola paritaria, per anno |
scuola infanzia |
scuola primaria |
scuola secondaria primo grado |
Scuola secondaria secondo grado |
Legge Finanziaria 2006 |
€ 584 |
€ 866 |
€ 106 |
€ 51 |
Fonti: Legge Finanziaria 2006 e MPI www.istruzione.it
Per quanto riguarda, ad esempio, il nostro ordine di Scuola (Primaria) è evidente che, rispetto alle Scuole Paritarie, le Scuole Statali ricevono, ogni anno, € 6.500 in più per ogni bambino.
Come si vede la disparità è completamente ribaltata e di gran lunga a favore delle Scuole Statali e a discapito delle Scuole Paritarie che svolgono un servizio pubblico quantomeno pari a quello delle Statali.
3) A questo punto è d’obbligo una considerazione. Se la Scuola Primaria Paritaria Campolieti non ci fosse e i 100 alunni circa che la frequentano dovessero andare nelle Scuole Statali, lo Stato avrebbe un maggior costo annuo di € 650.000. Quindi la morale è: la Scuola Paritaria conviene economicamente allo Stato perché risparmia.
4) È stato anche detto che ci sono genitori che non si possono permettere di mandare i propri figli alle Scuole Paritarie. Concordo assolutamente con il fatto che tale possibilità dovrebbe essere data a tutti. Basterebbe che lo Stato distribuisse diversamente i fondi destinati alla Istruzione scolastica. Basterebbe istituire il famoso “buono scuola” da assegnare ai genitori e che costoro potrebbero “spendere” nelle scuole del servizio pubblico integrato (statali e non) a loro scelta E’ una questione di libertà costituzionale (V. artt. 30, 31, 33 e 34 Cost.) e di equità sociale: a tutti dovrebbe essere garantita la libertà di scelta, senza ulteriori costi per le famiglie. Perché, è bene ricordarlo, ogni cittadino italiano, attraverso il sistema fiscale, dà il suo contributo per l’Istruzione e l’Educazione e quei genitori che, allo stato attuale, optano per un’educazione diversa da quella statale, contribuiscono due volte.
5) Mi preme anche precisare che non siamo contro le Scuole Statali, ma siamo per una pluralità delle offerte formative e quindi per una reale possibilità di scelta da parte dei genitori. Solo così potrà essere garantita un’autentica libertà. La battaglia per la libertà di educazione è una battaglia di civiltà, che, come detto, trova fondamento nella nostra Costituzione.
6) Se dunque il Comune di Termoli eroga il contributo in questione in misura leggermente superiore in favore delle paritarie, questo avviene tenendo conto dello svantaggio da cui le scuole paritarie sono penalizzate, non usufruendo esse di tutti gli altri interventi che il Comune effettua in favore delle scuole statali.
7) Concludo con una considerazione. In oltre venti anni di attività la scuola primaria “N.M.Campolieti”, prima parificata oggi paritaria, ha “diplomato” circa 2.000 alunni, con soddisfazione piena degli alunni stessi e dei loro genitori che, mandando i loro figli alla nostra scuola, si sono sentiti “liberi di educare”, e con apprezzamenti positivi sempre ricevuti dagli organi ispettivi statali. Credo perciò che la Campolieti sia, per la realtà termolese, una risorsa da mantenere e valorizzare. Ed allora se il Comune di Termoli, alla luce del principio di sussidiarietà, attraverso il suo contributo, vuole valorizzare una risorsa del suo territorio (e lo hanno fatto tutte le amministrazioni comunali, di centrodestra e di centrosinistra), contribuendo, sia pure in minima parte, al riequilibrio di uno svantaggio per altri versi operato, dov’è lo “scandalo”?
Carmine De Gregorio Presidente C.d.A. Coop. Sociale Il Sentiero
Ente gestore della Scuola Primaria Paritaria CAMPOLIETI – TERMOLI