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CAMPOBASSO_ “Oltre zucchero e polli, esistono altre imprese nel Molise meritevoli di attenzione, oppure no?” Se lo chiede – a tutela delle aziende che rappresenta, di cui tante appartenenti al settore alimentare – il Presidente dell’Associazione Industriali del Molise Edoardo Falcione, commentando la recente istituzione di una task force regionale su Zuccherificio e Solagrital.


“Siamo alle solite e non se ne può più. Mi dispiace doverlo affermare
, ma mi aspettavo una capacità diversa, da parte degli attuali esponenti del governo regionale, ad andare oltre l’innaffiamento del solito orticello”. Il che, tradotto, vuol dire ancora erogazione di risorse pubbliche ad aziende partecipate, ossia sostanzialmente regionali, in barba ai principi del libero mercato e della concorrenza.

“Mi auguro che si riveda al più presto tale impostazione e che si cambi definitivamente registro. Come Confindustria siamo indignati e sconcertati da quest’atteggiamento di retroguardia che il governo molisano ha assunto sulle questioni di politica industriale e che denota assenza di piani strategici di sviluppo
e, lasciatemelo dire, anche scarsa sensibilità verso tutte le altre imprese, soprattutto nei confronti di quelle del settore agroalimentarema anche degli altri settori, che da sole cercano di farcela a stare sul mercato, mantenendo occupazione e produttività a livelli accettabili”.

Il duro affondo del Presidente Falcione è stato accompagnato, come sempre, dalla condivisione di tutti gli imprenditori degli Organi Direttivi dell’Associazione.

Tra questi vanno segnalate le dichiarazioni del vice presidente Giuseppe Ferro che a nome delle aziende della sezione Alimentari ha affermato:” Di fronte a una crisi così profonda che sta mettendo a dura prova la capacità delle aziende del nostro settore di rimanere sul mercato, le decisioni della Giunta Regionale di continuare a erogare ingenti risorse pubbliche solo in favore di due aziende dalle dubbie prospettive future è un segnale molto negativo nei confronti dei tanti sacrifici che tutti gli imprenditori molisani stanno facendo in questi anni.

E’ inconcepibile che le aziende di tutti gli altri settori dell’agroindustria, il lattiero caseario, quelli del vino, dell’olio, della pasta, del conserviero e gli altri, siano del tutto ignorate dalle iniziative della regione, che appare interessata solo a interventi in favore di queste due imprese. Sono comportamenti che non condividiamo, auspicando che la regione si decida a dotarsi di una politica industriale seria, efficace, che tuteli, allo stesso modo, tutte le imprese che operano in Molise, anzi magari premiando quelle più virtuose che fanno ulteriori sforzi per investire risorse proprie per stare con dignità sul mercato, senza fare ricorso a continue erogazioni di denaro pubblico”. Dello stesso tono le dichiarazioni di un altro vicepresidente, l’ing. Paolo Di Giovanni responsabile della Unilever: ”Da anni critichiamo una “regione” che gestisce direttamente le aziende industriali. Non ci si rende conto dell’impatto psicologico negativo che interventi assistenziali di questo genere producono su una collettività già poco incline all’attività di impresa. 

Mancano strategie di crescita dei nuclei e di attrattitvità di nuove imprese, e si dovrebbe inizializzare un processo di dismissioni certe e a data definita. Le aspettative di tanti imprenditori sono state deluse e l’auspicato cambiamento, che avevano confidato si producesse nella tornata elettorale, volto a ridare slancio alla competitività delle imprese molisane, non si è ancora minimamente manifestato. Vorremmo infatti che il consenso politico fosse perseguito attraverso una coraggiosa azione per lo sviluppo di tutto il territorio che comporti un rilancio industriale ed imprenditoriale, e non fosse guidato, invece, da logiche ormai vetuste e deleterie.” 

La situazione è la stessa anche nella cittadina termolese. L’esempio più lampante mi viene da un’attività che da ben quarant’anni porta avanti, con umiltà e dedizione, il proprio lavoro: “La bottega del Pescatore”. Il proprietario, rinunciando al risparmio, vende prodotti di qualità, che non in tutti i casi sono apprezzati dai pescatori, a causa anche delle difficoltà economiche degli stessi. Alle origini negozio di antiquariato, gestito dalla moglie del proprietario e che con il tempo si è trasformato, garantendo sempre passione….e qualità. 

“Ne ho visti di cavalli galoppare…hanno tentato più volte di farmi chiudere, ma a me non interessa, io continuo a fare il mio lavoro”_ è quanto dichiarato dal proprietario del negozio. La cosa che più colpisce è che la stessa persona non si è mai interessata a trovare il motivo per cui alcuni prodotti costano meno altrove e questo dimostra quanto sia bella la semplicità e la pazienza di questa fantastica persona. 

Il mercato ormai sembra ridursi, un pò troppo semplicisticamente, a delle regole sempre più antiquate. Già Smith e Keynes, due secoli fa, avevano compreso che il “laissez faire”, la mano invisibile del mercato che si autoregola, avevano in sé insite il germe della disoccupazione. Il guadagno scopo principale, la concorrenza senza cooperazione, strumento per distruggere gli altri. 

“Nei momenti di crisi, i legami sociali ed interpersonali possono svilupparsi e consolidarsi, oppure disgregarsi…”, così finiamo per essere semplici macchine, che combattono tra loro allo scopo di una sopravvivenza sterile. Con il nuovo governo speriamo tutti che le cose cambino in meglio,  ma solo accettando che cooperazione e aiuto reciproco possano portare a dei risultati positivi per tutti, ma senza la rigidità, elemento che ha in sé “il germe della fragilità”, come ho letto da chi conosce bene l’animo umano. Credo alle persone di cuore, a coloro che portano avanti, in silenzio, i loro sogni…sono loro i veri eroi di questo mondo!

Non vuole essere una polemica contro nessuno, ma semplicemente un ricordare, anche a me stesso, tutti i risultati positivi ottenuti con il sudore e la dedizione, e quanto in basso si possa cadere se non si è attenti alla voce interiore dell’animo, che tutti abbiamo avuto la fortuna di aver ricevuto come dono, con la vita.

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