CAMPOBASSO_ In occasione della festa della donna, in un momento difficile per il mondo del lavoro e per le donne e gli uomini di Poste Italiane, la CISL Poste sente di dover chiarire alcune verità sulla condizione delle moltissime donne che lavorano in Poste Italiane S.p.A.


La realtà, – riferisce il Segretario Regionale della CISL Franco Battista – che vivono le lavoratrici di Poste Italiane è, molto complicata, proviamo a stazionare un motomezzo di 180 Kg, ogni giorno per tante volte quanti sono i punti di recapito di una zona, affrontare il giusto malumore della clientela costretta a lunghe code per carenza di personale o per i numerosi difetti della piattaforma informatica, rivoluzionare l’organizzazione familiare perché l’azienda unilateralmente cambia gli orari di lavoro e cosi capiremo di cosa hanno bisogno le lavoratrici di Poste Italiane.

A noi della CISL sembra che gli organismi preposti alle problematiche di genere e di pari opportunità il mondo e la politica facciano progressi, Poste Italiane no.

Noi crediamo – riferisce Antonio D’Alessandro – che Poste Italiane “non promuove e sostiene con azioni concrete la crescita della professionalità femminile all’interno dell’azienda, adottando soluzioni efficaci a livello di formazione e di flessibilità” ma perché negli uffici postali, dove sono applicate soprattutto donne, sono stati cambiati unilateralmente gli orari di servizio, sconvolgendo l’organizzazione familiare di colleghe e colleghi senza neppure valutare le possibili soluzioni ai problemi dei colleghi e delle colleghe?

Le oltre 70.000 donne di Poste Italiane – continua Antonio D’Alessandro – chiedono dignità e benessere, a questo proposito vorremmo ricordare che nella nostra regione, non esistono nidi aziendali, non è attivato il telelavoro, le colleghe che rientrano da lunghe aspettative non vengono mandate alla formazione prevista, le colleghe sono continuamente chiamate a corsi e riunioni dopo l’orario di lavoro, in  barba alla conciliazione, i comitati di pari opportunità regionali giacciono inattivi e dimenticati, il “genere” indicato dal Dlgs 81 come elemento di valutazione del rischio è completamente trascurato in azienda nei DVR ma soprattutto nell’acquisto degli strumenti di lavoro (motomezzi).

Purtroppo questa la realtà in Poste Italiane S.p.A.!

Ci piacerebbe e ci auguriamo, soprattutto in questa giornata, accendere l’interesse rivelando quella realtà che puntualmente viene celata in azienda.

Articolo precedenteMauro Berruto al Regional Day
Articolo successivoEdoardo Falcione: “oltre zucchero e polli ci sono anche altre aziende”