CAMPOBASSO _ “Alle provinciali della prossima primavera correremo insieme alla lista ‘Diritti e Libertà Molise’ e, se il livello di interlocuzione fra i partiti del centrodestra per elaborare prima il programma e poi indicare il candidato presidente dovesse continuare ad essere quello che viene fuori in questi giorni sugli organi di informazione, i ‘Popolari per il Sud’ e ‘Diritti e Libertà Molise’ e con quanti altri vorranno condividere il nostro programma, confermano che al primo turno si misureranno da soli. Al ballottaggio si vedrà …”.

Il coordinatore regionale dei Popolari per il Sud Vincenzo Niro precisa così una posizione già espressa nei mesi scorsi e rafforzata da quelli che giudica “incomprensibili tatticismi e inutili azioni e pressioni che nulla hanno a che vedere con i problemi che devono essere affrontati con spirito innovativo e nuova energia. Sulle fughe in avanti senza alcuna condivisione e senza una logica – afferma – devo dire che le indiscrezioni circolate in questi giorni mi lasciano indifferente. Noi continuiamo su un percorso a cui, con convinzione e sempre maggiore consenso, lavoriamo da tempo”. Già a settembre scorso i Popolari avanzarono pubblicamente la richiesta di poter guidare la coalizione di centrodestra nella corsa per Palazzo Magno.

“Siamo stati i primi a porre il tema, ma non è questione di primogenitura. Facciamo affidamento sui numeri e in base a questi – prosegue Niro – diciamo che i Popolari per il Sud hanno gli uomini e le capacità per rivendicare la candidatura alla presidenza dell’ente di via Roma. Vogliamo dare un contributo efficace e qualificato, anche considerando il fatto che in provincia di Isernia abbiamo espresso e portato alla coalizione oltre il 6% e non abbiamo avuto alcun riconoscimento politico, mentre a partiti di entità minore è stato concesso. Lo stesso è avvenuto per il rinnovo del Consiglio comunale di Termoli. Per questo restiamo sereni, tornare indietro significherebbe dare ragione alle logiche ‘bipartitiche’ e non di coalizione, omogenee e democraticamente costituite. Il tavolo di centrodestra – sottolinea il coordinatore molisano dei Popolari – si è riunito finora solo una volta e la discussione si sta sviluppando su alcune tematiche preliminari: quali azioni di programma si intende mettere in campo; con quale metodo e a quale dei partiti del centrodestra si assegna l’indicazione del nome per il presidente, se di coalizione si parla, senza né urlare e né minacciare.

Di nomi, dunque finora, ufficialmente neanche l’ombra. Solo illazioni spesso fatte strumentalmente filtrare ad arte forse per suscitare reazioni e minare il rispetto di intese politico-programmatiche precedentemente siglate e che coinvolgono altre sfere istituzionali che dal 2008 ne beneficiano. Mi pare irriguardoso continuare a rilevare che l’elemento politico dell’intesa – era stabilita la pari dignità di rappresentanza – possa prevalere su quello programmatico, a cui tengo in maniera particolare. Devo dedurre che l’intento di chi fa proclami sul mancato riconoscimento di poltrone per altri è di occuparle in realtà per sé, senza che il cittadino, vero esaminatore, possa comprendere chi e che cosa rappresenta chi le chiede”.

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