CAMPOBASSO _ Alla luce delle ultime fuorvianti informazioni fornite da Molise Acque e riportate dai quotidiani locali di questa mattina, circa l’emergenza idrica nel Basso Molise, l’Italia dei Valori non ci sta e rilancia le accuse. Nel tentativo di chiarire, Molise Acque continua ad avvitarsi su se stessa senza però fornire le dovute risposte alla cittadinanza in merito alla presenza di Trialometani nell’acqua potabile, in merito alle cause e, soprattutto, alle risoluzioni, continuando a portare avanti un atteggiamento doppiamente preoccupante. Da una parte cerca di far passare come azione strumentale la nostra ricerca della verità in questa triste vicenda. Dall’altra, continua a celare, a nascondere e a sottacere la realtà dei fatti. Detto questo, c’è un elemento fondamentale che continua ad essere inspiegabilmente trascurato, vale a dire la legge italiana, surclassata da un decreto europeo , il N. 83 del 1998, che forniva le direttive agli Stati facenti parte della Comunità, circa il limite dei valori tollerabili di trialometani nell’acqua non superiore a 100 microgrammi/l.

Sappiamo quanto sia difficile per gli uomini del Pdl rispettare le regole e le leggi dello Stato, ma chi sta al vertice di Molise Acque dimentica che il Presidente della Repubblica italiana, il 2 febbraio 2001, emanava un decreto, proprio in attuazione della direttiva 98/83/CE, relativo alle acque destinate al consumo umano, fissando i valori di trialometani totali in percentuale a 25 e con limite massimo a 30 microgrammi per litro. Negli Stati Uniti, dove esistono le dighe più grandi del mondo, si è passati da un valore di 100 a 80 e si sta cercando, ora, di portarlo addirittura a 60. In Europa sta accadendo la stessa cosa. Il resto del mondo, grazie a studi compiuti sui trialometani, sta comprendendo il pericolo che questi agenti rappresentano per la salute umana e sta cercando di abbassare i limiti consentiti.

In Italia c’è già una legge che regola i parametri di trialometani nell’acqua ad un limite massimo di 30 e in Molise questa legge, per alcuni, non vale, viene ignorata e infranta. Si minimizza e, per confondere le acque, si porta ad esempio il caso della Puglia che, avendo le condotte idriche più lunghe di Italia ed esposte quindi a maggiori rischi, ha ottenuto una deroga che innalza il limite a 60 microgrammi per litro. In Molise abbiamo raggiunto picchi di 79 microgrammi/l di trialometani e l’ente regionale responsabile dell’acqua pretende di non dover dare neppure spiegazioni su quanto è accaduto.

Rimane infatti inevaso l’interrogativo posto dal quotidiano online primonumero.it, rilanciato poi da noi dell’Italia dei Valori, sul silenzio della dirigenza di Molise Acque che già dal 17 novembre era stata messa al corrente dall’Arpa della situazione riguardante l’invaso di Guardialfiera. Una situazione scrupolosamente coperta dal silenzio per 40 giorni. 40 giorni in cui i cittadini molisani hanno inconsapevolmente consumato acqua inquinata. Vogliamo ricordare che alti livelli di trialometani possono avere effetti cancerogeni ed epatotossici e che raddoppiano il rischio di mortalità intrauterina? La cosa più sconcertante di questa vicenda è l’inganno che continua ad essere perpetrato ai danni dei cittadini molisani.

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