E in secondo luogo, i costi della politica per il mantenimento di enti regionali e sub-regionali non sono solo scandalosi per la loro quantità, ma anche inutili sotto il profilo dell’efficienza tecnica: considerando che il direttore generale di Molise Acque, con uno stipendio di oltre 160 mila euro annui, è tra i dirigenti meglio pagati della Regione, e che l’ente conta addirittura venticinque persone tra collaboratori esterni e consulenti (basta consultare gli elenchi pubblicati sul sito), si può ben dire che alla prova dei fatti la capacità della struttura ha mostrato ingiustificabili inefficienze.
Se ci si collega al sito di Molise acque, non si trovano dati sulla potabilità dell’acqua, né i risultati aggiornati delle analisi chimiche, né informazioni utili su come gestire la crisi, sugli usi consentiti o consigliati dell’acqua, ma una bella cartolina con gli auguri di buon Natale. Stesso discorso per il sito dell’Arpa Molise, dove si possono trovare i dati sui controlli analitici a partire dal 14 dicembre, ma non per tutti i comuni, e solo in date sporadiche, non quotidiane o continuative: in compenso sono pubblicati gli elenchi dei dodici dirigenti, con stipendi che vanno dai 77 mila ai 122 mila euro annui. E cali il silenzio sull’Asrem: comunicazione istituzionale ai cittadini sull’emergenza acqua potabile del tutto assente, mentre l’elenco dei dirigenti della struttura è talmente lungo che non è stato possibile contarli tutti.
Questo è il dato: apparati burocratici complessi, farraginosi, sovradimensionati, costosissimi e inefficienti nel momento della necessità. Alcuni dati significativi: sul sito dell’Arpa il primo valore fuori limite di trialometani per il comune di Campomarino (altri comuni non vengono citati) risale al 14 dicembre, ma l’ordinanza del Sindaco è del 17 dicembre: come mai? Idem per il sindaco Di Brino, che ha dichiarato in ordinanza di avere ricevuto in data 22 dicembre la comunicazione dei valori fuori limite, mentre il fax dell’Arpa è datato 20 dicembre: occorrono forse due giorni affinché due uffici si mettano in contatto per fronteggiare una situazione di emergenza?
Aggiungo: forse il documento dell’Arpa è arrivato in ritardo per dare il tempo al dott. Giovanni Del Torto, sottoposto all’obbligo di firma in relazione all’inchiesta Open Gates, di sottoscriverlo? Ed ancora: la pubblicazione dei dati inizia il 14 dicembre, ma anche il controllo e la rilevazione dei dati è iniziata così tardi, o veniva fatta già in passato e non comunicata? Fin qui le carenze tecniche, e c’è solo da augurarsi che i tecnici facciano il proprio lavoro presto e molto meglio di quanto fatto sinora. Ma veniamo alle carenze politiche. Com’è possibile che a fronte di un’emergenza che ha riguardato ben 9 comuni del basso Molise non sia stato costituito un coordinamento intercomunale per la gestione dell’emergenza, almeno per quanto riguarda l’informazione capillare a tutti i cittadini e l’approvvigionamento minimo necessario, attraverso le autobotti?
Chiedo al Sindaco Di Brino, massima autorità sanitaria secondo il dettato del Tuel ed autorità di protezione civile ai sensi della normativa vigente, perchè non sia stato attivato un Centro Operativo Comunale. Un centro, aperto anche nei giorni di festa, idoneo a garantire una piena ed efficiente informazione per i tanti dubbi che avrebbero potuto e dovuto essere risolti: la bollitura risolveva i problemi? Era possibile lavarsi i denti o fare il bagnetto ai neonati?
I comuni filtri per l’acqua depurata garantivano acqua pura? Sono solo alcune delle domande che mi sono sentita rivolgere da comuni cittadini. Ma soprattutto, occorreva garantire l’approvvigionamento con autobotti per i tanti cittadini che non avevano la possibilità di acquistare acqua minerale per i vari usi alimentari ed igienici indispensabili. Ancora, invece che emanare un’ordinanza per l’apertura straordinaria dei centri commerciali, perché non si è previsto un intelligente contingentamento preventivo dell’acqua minerale, che evitasse lo sciacallaggio all’ultima bottiglia proprio a ridosso delle festività natalizie? Infine, come si è tutelato il diritto alla salute, all’integrità fisica e alla dignità della persona dei tanti soggetti con difficoltà, come i pensionati, i disabili, gli indigenti che non hanno potuto sapere o ovviare all’emergenza?
Perchè soltanto oggi si ha notizia di controlli a tappeto nei locali pubblici, ristoranti, pizzerie, panifici, bar, ossia tutte quelle attività che utilizzano acqua a scopo alimentare? Fino ad oggi chi e come ha garantito la salubrità degli alimenti e delle preparazioni? Infine, un dato su tutti. Il presidente di Molise acque, ci dice che i trialomentani superavano di 1,5 mg il limite consentito dalla legge, che è di 30 mg per litro.
I dati pubblicati dall’Arpa variano fino a 70 mg per litro in varie località. Ma la normativa europea (Direttiva Consiglio Ue 98/83/Ce – Qualità delle acque destinate al consumo umano) consente trialometani nell’acqua potabile fino ad un massimo di 100 mg per litro, pur con possibilità di deroghe inferiori per i vari stati membri. Ora, due sono le ipotesi: o l’emergenza non c’era e siamo stati tutti vittime dell’incompetenza gestionale dei nostri amministratori, che ci hanno costretto a due settimane di infondato disagio materiale e profondo allarme emotivo, oppure l’immissione di cloro doveva potabilizzare elementi inquinanti gravi di cui non conosciamo l’entità e la consistenza, ed allora è necessario che qualcuno ci spieghi cosa succede al nostro territorio e quali rischi per la salute, concretamente, si corrono. Certo è che l’emergenza primaria, oggi, a me sembra l’approssimazione e la superficialità dei nostri amministratori”