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Ed ancora, nessuna richiesta di autorizzazione o “connessione” era stata avanzata ai Gestori di Rete nazionale o ai preposti Enti, né esistevano convenzioni in tal senso come falsamente attestato dai soggetti denunciati. All’esito della ricostruzione investigativa, eseguita a mezzo di riscontri documentali ed escussioni di testi, i Finanzieri hanno quantificato in circa 200mila Euro gli importi sui quali gli ideatori della truffa avevano messo le mani (di cui 95mila già intascati), che ora risponderanno dei reati di cui agli articoli 110 e 640 2° Comma del C.P..
Ad ulteriore riprova della condotta fraudolenta, le indagini hanno anche accertato che la connessa attività d’impresa era stata cessata ormai da tempo e non erano stati assolti obblighi fiscali fondamentali, quali la presentazione delle dichiarazioni. Non si escludono sviluppi investigativi legati alla probabile esistenza di ulteriori parti lese nel territorio provinciale o regionale.