Ugo Foà a Termoli

TERMOLI – “Accanto al mio nome sul certificato di nascita e a scuola c’era la segnalazione: ebreo. Quando avverti intorno a te un clima di indifferenza si può anche morire. Per questo raccomando ai ragazzi di quanto sia importante il gesto di solidarietà”. Così ieri a Termoli Ugo Foà, capo della comunità ebraica di Roma, parlando della segregazione razziale agli studenti delle scuole superiori del Boccardi-Tiberio.

“Le leggi che sono succedute alla cacciata degli ebrei dalla scuola, sono state proseguite con l’allontanamento dei professori, dei presidi, dei bidelli, di religione ebraica, tutti cittadini italiani, ai quali veniva tolto il lavoro, il diritto di esercitare la professione ha proseguito Foà -. La politica fascista dei primi anni, il disegno diabolico era di privare i cittadini italiani dei loro diritti civili. Una volta colpiti in quello, la seconda fase è stata la distruzione fisica: l’arresto, la deportazione, l’annientamento nei campi di sterminio. In questi campi sono stati massacrati 6 milioni di cittadini di varie nazionalità di religione ebraica ma sono stati assassinati anche 5 milioni di cittadini non di religione ebraica ma colpevoli di essere testimoni di Geova, di essere donna, di essere Sinti, di essere omosessuali, di essere oppositori al regime. Bastava una diversità per essere considerati da eliminare, da massacrare”.

Foà ha ricordato anche Piero Terracina, morto di recente, con il quale ha girato le scuole per testimoniare i massacri del periodo. “Lui è stato più sfortunato di me. Iniziava sempre il suo discorso dicendo: ho trascorso tre anni nell’inferno”.

I nazisti – ha raccontato ancora Foà – non potevano individuare dove si trovavano gli ebrei. Tranne la razzia che hanno fatto a Roma il 16 ottobre del 1943 quando sono entrati in un quartiere abitato prevalentemente da ebrei caricandone 1.250 portati ad Auschwitz e ne sono ritornati vivi solo 16, davano un compenso in danaro a chi denunciava dove abitavano gli ebrei: se si denunciava un uomo davano di più rispetto ad una donna e un bambino. Certi fascisti italiani lo hanno fatto. Certi italiani si sono arricchiti con le spiate, è una cosa orribile, ma è una cosa che è successa anche se disonora un pochino il nostro Paese ma ci sono stati anche tanti atti di eroismo che vanno detti come una portiera di Roma che strappò una bambina piccola ai tedeschi salvandole la vita”.

Ugo Foà testimone della segregazione razziale

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Posted by myNews on Friday, 24 January 2020
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Antonella Salvatore
Giornalista professionista, Direttrice di myTermoli.iT e myNews.iT e collaboratrice AnSa