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TERMOLI _Tutti gli sforzi dei balneatori sono concentrati per uscire dalla direttiva Bolkestein. È quanto emerso ieri dal tavolo romano fra le associazioni di categoria, il governo nazionale e le Regioni sulla vertenza balneari. Presenti i dirigenti nazionali dei balneari. A rischio, in quella che è stata definita “vertenza del mare”, sono circa 28.000 piccole e medie imprese a conduzione familiare. “Si ricomincia daccapo” dicono i dirigenti sindacali appena usciti dalla riunione presieduta dal ministro per i rapporti con le Regioni Raffaele Fitto ed alla quale era presente l’assessore abruzzese Mauro Di Dalmazio, “ora tutti gli sforzi verranno concentrati sull’uscita della nostra categoria dalla direttiva Bolkestein.

C’è tempo fino al 31 dicembre di quest’anno e il ministro Fitto si è impegnato a portare questa posizione nel Consiglio dei ministri”. L’azione delle associazioni di categoria dunque si fa più intensa: “Ora è necessario attivare tutti i contatti con i gruppi parlamentari e i ministri affinché la procedura non venga ostacolata in parlamento”- Questo è quello che faremo nei prossimi giorni con l’invio di un documento sindacale informativo delle tematiche in gioco; affinchè tutti i parlamentari e politici Molisani , facciano la loro parte di rappresentanza politica nelle Istituzioni, emendando e difendendo i diritti dei balneatori in parlamento contro chi cerca con tutti i mezzi di ostacolare il loro futuro- Si sappia che le resistenze sono molte, ma noi andremo avanti per la nostra strada.

È importante raggiungere questo obiettivo; per questo chiediamo maggiori interventi politici e azioni parlamentari a tutela delle proposte del sindacato dei balneari proprio dai nostri politici regionali ,che ritengo siano stati ad oggi troppo silenti se commisurati all’attività politica degli altri rappresentanti di regione – Dopo si tornerà a discutere di canoni, legge quadro e revisione normativa. Ma le imprese vanno salvate e noi siamo pronti ad ogni azione affinché le spiagge italiane vengano tutelate”.

Le imprese che operano sul demanio marittimo (alberghi, campeggi, ristoranti, stabilimenti balneari, imprese nautiche, ecc.), si trovano attualmente a dover affrontare, oltre all’incertezza economica per il ciclo sfavorevole, anche e soprattutto l’incertezza normativa che riguarda la loro operatività e la loro stessa sopravvivenza. Ciò è dovuto alla formale soppressione, ex art. 1, comma 18, del D.L. 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, del diritto di insistenza nel rinnovo delle concessioni demaniali in favore dei precedenti titolari di concessioni demaniali previsto dall’art. 37, comma secondo, del Codice della Navigazione, che aveva, dal secondo dopoguerra, garantito la stabilità delle imprese e incentivato gli investimenti nel settore, ancorché i titoli concessori fossero di durata estremamente limitata, producendo quel modello italiano di balneazione attrezzata, fondamentale punto di forza della nostra competitività nel mercato internazionale delle vacanze.

Questa abrogazione, finalizzata a consentire al Governo italiano di chiudere la Procedura d’Infrazione n. 2008/4908 avviata dalla Comunità Europea il 29 gennaio 2009 in materia di rilascio delle concessioni demaniali marittime, è stata accompagnata dalla proroga della durata dei titoli in essere fino al 31 dicembre 2015 e dalla conferma delle modifiche all’art. 03, comma 4-bis, della legge 494/1993, introdotte dall’art. 1, comma 253, della legge 296/2006, che consente il rilascio di titoli concessori fino a venti anni in ragione del piano di investimenti proposto. Tali misure, che necessitano comunque di un ulteriore chiarimento legislativo (così come proposto dal relatore all’A.S. n. 2322 cd “Legge comunitaria 2010”) per conseguire l’obiettivo dell’archiviazione della P.I. n. 2008\4908, non allontanano da sole né la paralisi degli investimenti né il pericolo dell’affacciarsi (complice una burocrazia non sempre affidabile) di appetiti di vario genere, persino criminali, sulla gestione di questi importanti servizi in diverse parti del territorio nazionale (soprattutto nel Meridione).

Da qui, l’urgenza di costruire un nuovo quadro normativo per l’intero settore, così come disposto dall’art. 1, comma 18, della legge 25/2010 e richiesto, in data 7.10.2010, dalla Conferenza delle Regioni nel loro Documento preparatorio alla IV Conferenza nazionale sul turismo, in grado di assicurare quelle certezze di durata e di sopravvivenza che rappresentano la condizione indispensabile per favorire gli investimenti e la crescita delle imprese interessate, che, con la loro peculiarità tutta italiana, hanno fatto la storia e determinato il successo del turismo balneare del nostro Paese.

Le proposte dei balneatori del Molise sono diverse: in primis dare celermente risposta, con un provvedimento di legge e nel quadro della procedura d’infrazione 2008/4908
, alla lettera di messa in mora complementare dell’Italia notificata dalla CE in data 10.05.2010 al fine di consentire in tempi brevi l’indispensabile archiviazione della procedura. Individuare, attraverso una norma transitoria, di un congruo periodo di differimento del termine originario in grado di salvaguardare realmente la certezza giuridica e la tutela del diritto a tutte le imprese balneari che hanno fatto affidamento, alcune da oltre un secolo, nella disciplina nazionale del rinnovo delle concessioni. 

Presiente Fiba Confesercenti Molise Pietro D’Andrea

8 Commenti

  1. ??
    i balneatori che pagano una miseria per la concessione demaniale (5160 euro all’anno) che consente loro di lavorare 4 mesi all’anno e di camparci agiatamente, hanno pure il coraggio di lamentarsi???

  2. non è così proprio per niente, dipende, comunque. alcuni balneatori le concessioni le pagano per centinaia di migliaia di euro l’anno e non riescono nemmeno a rifarsi soldi. non è tutto oro quello che luccica

  3. ???
    DAVVERO?? SE MI DICI IL NOME DI UN ESERCENTE DI STABILIMENTO BALNEARE CHE NON RIESCE A RIPAGARSI LA CONCESSIONE TI OFFRO UNA CENA! PER RIMANERE IN AMBITO LOCALE, CHE FINE HA FATTO IL PIANO SPIAGGE DEL COMUNE DI CAMPOMARINO? FORSE SI E’ “INSABBIATO” PERCHE’ LA CONCORRENZA FA MALE AI QUATTRO GESTORI CHE LAVORANO IN OLIGOPOLIO DA TRENT’ANNI????

  4. MICROLIDI
    la scorsa amministrazione aveva redatto il piano spiaggia che prevedeva altri lidi e qualcuno, attualmente candidato alle provinciali, ci aveva fatto la campagna elettorale sopra paventando microlidi e cooperative per la gestione. Ma passata la festa gabbato il santo….. Chissà se ci farà la campagna elettorale anche per le provinciali promettendo microlidi e posti di lavoro….


  5. chi scrive aveva presentato un progetto per la realizzazione di un piccolo stabilimento balneare nel 1993! tra poco saranno vent’anni e i lidi sono rimasti piu’ o meno gli stessi, tra l’altro Giuseppe dice una verita’ sacrosanta, i balneatori pagano una miseria per diventare letteralmente “padroni” della spiaggia offrendo servizi, ovviamente in semi-monopolio, a prezzi stratosferici. Io sarei per la pubblicizzazione obbligatoria degli importi delle concessioni da esporre su ogni singolo stabilimento. Sai che risate?

  6. attenzione
    invito a riflettere su quello che sta accadendo a migliaia di operatori balneari…30.000 aziende rischiano di scomparire dall’oggi al domani, e qualsiasi sia la posizione politica, idiologica e culturale non si può e non si deve festeggiare per la perdita di lavoro di 30.000 famiglie che con l’indotto corrispondono a 1 milione di posti di lavoro…meditate gente meditate!!!