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Gli operatori del terziario contrari alla sperimentazione della chiusura del centro da trasformare in isola pedonale decisa dall’Amministrazione, senza il loro coinvolgimento, a partire dalla prossima settimana.I manifesti affissi in Centro

TERMOLI _ Da Corso Nazionale a via Inghilterra parte la protesta dei commercianti della città. Oggi i titolari di numerose attività del centro cittadino hanno tappezzato il centro e non solo di manifesti funebri sulla morte di Corso Nazionale e del turismo del posto. “Per un male improvviso…Bandiera nera, Traffico urbano, parcheggi ed immondizia. Sono venuti a mancare all’affetto dei suoi cari “Corso Nazionale, Termoli città turistica. Ne danno il triste annuncio gli operatori commerciali e turistici ed i cittadini. I funerali avranno luogo alla chiusura vandalica senza programmazione di Corso Nazionale”. Oggi è andata in scena l’ira della categoria, a dir poco indiavolata per l’avvio della sperimentazione della chiusura del centro da parte dell’Amministrazione a partire, secondo testimonianze raccolte, dalla prossima settimana.
Per gli esercenti quest’ultima iniziativa che sarebbe stata decisa senza nemmeno incontrare gli operatori del comparto, così come in altre occasioni, sarebbe stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”.

All’indomani della polemica sulla bandiera nera assegnata da Legambiente al Comune per la realizzazione del fabbricato in cemento armato a ridosso delle antiche mura di Cinta del Centro storico, dei nuovi posteggi che non piacciono agli operatori del terziario del centro, così come hanno dichiarato oggi senza mezzi termini, la categoria non ha intenzione di restare in silenzio anche davanti alla paventata chiusura della zona.

E così nel corso di una nuova riunione svoltasi oggi nella sede della Confcommercio, i negozianti sono passati dalle polemiche ai fatti facendo stampare i manifesti affissi già dal pomeriggio sulle vetrine delle attività di Corso nazionale.

“Questa situazione non ci piace _ ha dichiarato Tonino Mautone _, così non va assolutamente. Non veniamo informati di nulla, subiamo soltanto decisioni calate dall’alto. Ora basta”. Dello stesso avviso gli operatori di Corso Fratelli Brigida che hanno dato il via ad una raccolta di firme.