Il Porto di TermoliTERMOLI – Il 3 di ottobre la Capitaneria di porto ha proposto un tavolo di lavoro con i rappresentanti della Regione Molise, il Comune di Termoli e l’ARPA per discutere sull’insabbiamento dei fondali del porto.  Sul tavolo saranno serviti: …fanghi inquinati, nafta sporca e detriti marini insieme a cruderie, ostriche e fasolari, linguine con veraci, zuppa di pesce…oh, pardon, la seconda parte è la cena che seguirà il…dopo lavoro! Abbiamo scherzato…ma non tanto! Diventiamo seri.

Abbiamo già scritto, nello scorso mese di giugno sull’argomento, in risposta al problema posto dalla giornalista Antonella Salvatore su myNews relativo al dragaggio. L’operatore del porto Basso Cannarsa, allora  disse che l’operazione si poteva risolvere a tavolino (ora capisco il significato del…“tavolo di lavoro” di cui sopra). Ma andiamo avanti. I fanghi incapsulati più inquinati si sarebbero smaltiti in un paese europeo. Alla faccia di Greenpeace! In quell’occasione facemmo anche l’esempio, puerile, della buca fatta nella sabbia del mare che si riempie in breve tempo perché la sabbia, appena terminato il fossetto, ci riscivola dentro in breve tempo. Non c’è niente da fare: “…e parla e parla ma ‘a nnammurata è sorde!”.

Ci sono dei soldi da spendere e li vogliono “per forza“… buttare a mare!

E’ da quando ero bambino che il porto ogni tanto si draga… o si droga…di fango, magari! Enormi barconi, dai quali ci si tuffava per fare le gare di nuoto, hanno sempre ingombrato il bacino di Termoli. I pescherecci, da sempre, fanno una fatica immane per uscire ed entrare nell’invaso portuale. Il progetto del buon Petrocelli, pace all’anima sua, è molto dispendioso e non risolve nulla: il problema rimane tale e quale, anche se il tecnico, che ha tutta la mia stima, allungando il molo nord non risolve affatto , l’insabbiamento, che sarebbe invece più esteso.

La soluzione, invece, c’è ed è definitiva per un porto moderno e adatto al nostro paese.
Come dicevamo nel precedente articolo, essa sta nell’allargamento del suddetto molo nord alla sua sinistra in modo da avere un pescaggio di almeno otto metri per renderlo adatto  sia ai pescherecci che a navi di grosso tonnellaggio. L’interno, andrebbe riservato a piccoli natanti che non hanno un pescaggio superiore ai tre metri. Una serie di scogliere frangi-flutto proteggerebbe la banchina dalle correnti provenienti da nord. Queste sono, contemporaneamente, anche autopulenti ed eviterebbero l’insabbiamento. Mi sembra che, viceversa, si continua a fare… tavolate rotonde senza voler risolvere nulla. E, come recita l’antico adagio, il peggiore dei sordi è chi non vuole sentire!
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1 commento

  1. pensionato
    abito a milano da 50 anni e il problema del porto e’ sempre esistito e continuera’ ad esistere perchè e’ cosi che vogliono detto questo a( buon iteditore poche parole)saluti da milano da un termolese