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CAMPOBASSO _ Il Molise si presenta in affanno alla sfida del rilancio economico. Tra gli obiettivi del Piano per il Sud, sempre se sarà realizzato, vi sono gli interventi rivolti ad aiutare le imprese, a superare le strozzature alla loro crescita e a promuovere il ricorso alla fiscalità di vantaggio introdotta con un’anticipazione del federalismo fiscale. In Molise l’Irap è già al massimo e la Regione non potrà, come già previsto dalla Manovra estiva 2010, né abbassarla e né azzerarla a favore delle nuove iniziative produttive e sono gli imprenditori (così come i cittadini tramite l’Irpef, i ticket, ecc) a dover pagare maggiori tasse per far fronte all’enorme deficit sanitario che l’amministrazione di centro-destra ha accumulato e ingigantito nel corso degli anni. In poche parole, l’affaire sanità e lo sperpero del denaro pubblico hanno fatto schizzare la pressione fiscale ed ora sarà dura per imprese e cittadini rimettersi in corsa in questo difficile periodo di congiuntura che sta devastando il nostro sistema produttivo, occupazionale e sociale.

Oggi la libertà fiscale prevista dal Federalismo, inevitabilmente, rischia di allargare il solco tra Nord e Sud. Per chi ha un reddito basso in una Regione svantaggiata, l’Irpef sarà più cara rispetto a chi ha un reddito elevato e vive in una zona più ricca. Ciò favorirà il fenomeno dell’elusione fiscale, con cambi di residenza verso le Regioni con un fisco meno gravoso, aggravando peraltro la differenza di gettito tra le zone del Paese. Aggiungiamo i tagli dei trasferimenti, la tassa sulle calamità (la possibilità di aumentare l’addizionale e le accise sui carburanti nelle Regioni colpite da disastri naturali) e le difficoltà strutturali del Sud e il quadro è allarmante. Usare l’Irpef come principale fonte di finanziamento delle funzioni non essenziali, come il trasporto pubblico locale, è troppo penalizzante per le casse del Mezzogiorno, dove si sconta un maggior tasso di disoccupazione e quindi un minor livello di contribuzione.

Pagare un’Irap molto più salata rispetto a un territorio con i conti a posto significa nei fatti un appesantimento del costo del lavoro senza aumentare ovviamente gli stipendi dei dipendenti. Con questi numeri e questo pesante fardello è difficile per le imprese molisane nascere e soprattutto sopravvivere, così come non si spalancano le porte ad imprenditori del nord ad investire in un territorio svantaggioso dal punto di vista fiscale per non parlare,poi, a livello infrastrutturale. A meno di una svolta storica sulla qualità dei conti, il rischio, derivante dal Federalismo, potrebbe essere l’innesco di un circolo vizioso in cui i territori poveri si ingolfano su un fisco più pesante che rende ancor più scoraggiante lo sviluppo delle imprese. Il deficit della sanità colpirà ulteriormente lo sviluppo futuro di questa regione, perché parte dei fondi Fas, ancora bloccati nonostante i vari proclami a cui negli ultimi mesi abbiamo assistito, dovrebbero essere destinati proprio a coprire una parte del deficit del comparto sanitario. In merito al provvedimento recentemente approvato sul fisco regionale e i fabbisogni standard in sanità il Senatore Felice Belisario, capogruppo dell’Italia dei Valori al Senato, ha evidenziato che con il federalismo regionale il fondo perequativo, da cui dipenderà la coesione nazionale, non diminuisce il divario nord-sud, forse lo aggrava.

Allo stesso modo si prevede per il fabbisogno standard in sanità così come è stato determinato attualmente. Contro queste misure inique, l’Italia dei valori ha chiesto che fosse inserita la deprivazione, ovvero la ponderazione delle divergenze sociali presenti nel paese, per affrontarne le difficoltà strutturali, con particolare riferimento al Sud. Sono stati presentati anche degli emendamenti per incentrare il federalismo sul merito degli amministratori e sulla qualità dei servizi. Oltre alla proposta di inibire ogni autonomia nella scelta fiscale regionale che non sia finalizzata a diminuire le imposte. Sono semplici ed efficaci misure per promuovere lo sviluppo equo e solidale, il principio dell’autonomia e responsabilità degli enti locali e la diminuzione delle tasse a livello territoriale.

Responsabile regionale Dipartimento Economia Italia dei Valori Maria Teresa D’Achille

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