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CAMPOBASSO _ Il Governo Berlusconi ha bocciato la mozione in difesa della scuola pubblica promossa dal Partito Democratico. Ecco cosa si chiedeva con la petizione:
• una scuola pubblica, di qualità, più autonoma e radicata nel territorio
• una scuola che valorizzi il merito e non lasci indietro nessuno, capace di educare al rispetto e alla responsabilità e di rendere effettivo il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito per tutti e per ciascuno.
• una scuola più sicura e qualificata per allievi, insegnanti, dirigenti e personale ATA, con adeguate risorse finanziarie e di personale, con la stabilizzazione dei rapporti di lavoro e con interventi per la sicurezza, la funzionalità e il decoro delle strutture scolastiche Il Governo Berlusconi ha detto no a tutte le nostre proposte, ha detto NO alle centinaia di cittadini campobassani ed alle migliaia di italiani che tre mesi fa avevano sottoscritto nelle piazze la petizione.

Sono confermati i tagli già previsti dal duo Tremonti Gelmini, che porteranno al taglio di 200.000 posti di lavoro, ad una netta riduzione dei servizi erogati dalle scuole, alla chiusura delle scuole nei piccoli comuni, e all’azzeramento dei fondi per l’edilizia scolastica. L’istruzione pubblica è la principale risorsa per garantire lo sviluppo futuro un paese come il nostro, ma soprattutto è il più potente mezzo per permettere a tutti i cittadini di mettere a frutto il proprio talento, indipendentemente dalle condizioni economiche della propria famiglia.

Il modello delle 24 ore settimanali voluto dalla Gelmini è stato scelto dall’1% delle famiglie, un clamoroso fallimento, così come fallirà il modello culturale fondato sulle televisioni come strumento educativo di massa, per creare non dei cittadini consapevoli e critici, ma dei consumatori ubbidienti. Insomma il governo vuole una scuola buona soltanto per chi se la può permettere, una scuola dove la differenza sarà la fortuna dove sei nato e i soldi che hai in tasca, consegnandola soltanto alla ricchezza della famiglia, alle raccomandazioni o ai casting. Come pensano che l’Italia possa crescere se non inizierà a selezionare solo sulla base del merito, garantendo a tutti gli studenti le stesse condizioni di partenza.

                                                                                                                                          Giuseppe Macoretta

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