MAFALDA _ Il piano di riorganizzazione della rete scolastica continua a rimbalzare tra la Provincia di Campobasso e la Regione Molise senza però arrivare ad una definizione che sia condivisa dai due enti e dai comuni interessati. Con delibera di Giunta n. 174, la Provincia di Campobasso ha presentato l’ultima proposta di piano provinciale in materia di riordino. In particolare, al punto 6 del provvedimento è prevista l’aggregazione delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado del Comune di Mafalda, attualmente dipendenti dall’Istituto omnicomprensivo di Montenero di Bisaccia, all’Istituto comprensivo di Montefalcone nel Sannio. Una decisione discutibile, secondo l’Italia dei Valori, non solo per le ricadute di tipo organizzativo ma anche e soprattutto per i disagi futuri che una soluzione come questa potrebbe andare a creare.

Sappiamo che il piano riguarda le direzioni didattiche ma se un domani Mafalda andasse incontro ad una diminuzione dei numeri necessari a mantenere l’apertura della sua scuola, gli alunni sarebbero, gioco forza, costretti a frequentare l’istituto a cui fa capo la direzione didattica, vale a dire quello di Montefalcone nel Sannio che, come tutti sappiamo, dista da Mafalda 29 chilometri, 19 in più rispetto a Montenero, peraltro con condizioni di viabilità disagevoli. I disagi e le disfunzioni sembrerebbero minimi ma, moltiplicati per il numero degli anni, degli alunni, del personale scolastico e dei genitori, si tradurrebbero in scompensi enormi che provocherebbero sofferenza al servizio scolastico. Non si comprende per quale motivo sia stato privilegiato il Comune di Montefalcone (amministrato dall’assessore provinciale Gigino d’Angelo) che, con 238 alunni, dovrebbe invece essere accorpato a qualche paese più grande.

“Il sospetto è che la Provincia di Campobasso non operi secondo criteri di obbiettività ma in base alle esigenze dei consiglieri e degli assessori che siedono tra gli scranni e che difendono un territorio piuttosto che un altro. Si compiono in questo modo brutture senza senso e operazioni prive di significato in cambio di quel “votino” di maggioranza che serve a D’Ascanio per tenere impiedi lo strampalato quadro politico di cui è autore alla Provincia di Campobasso. Un comportamento inammissibile da parte di un ente istituzionale che dovrebbe avere più rispetto per il suo ruolo e per il concetto di etica politica.

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