CAMPOBASSO _ “La sanità non può e non deve essere terreno di scontro politico o di attacchi personali. Il Molise ha una tradizione consolidata di buona sanità. Dieci anni fa nessuno immaginava di potersi confrontare su progetti ambiziosi e scientificamente all’avanguardia, come quelli sul benessere della donna o su altre branche delle medicina specialistica ,come facciamo oggi qui nel Centro della Cattolica o in altre strutture sia pubbliche che private. Certo abbiamo delle problematiche che dobbiamo risolvere, ma sicuramente non possiamo non tenere conto della strada fatta e delle conquiste raggiunte”.

Lo ha detto il Presidente della Regione Michele Iorio intervenendo nel pomeriggio di oggi alla conferenza stampa, tenuta presso il Centro  di  Alta Specializzazione in Scienze Biomediche “Giovanni Paolo II” di Campobasso, per la presentazione del progetto “Primavera Donna” voluto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Lega Italiana per la Lotta ai Tumori di Molise e Puglia.

“Dobbiamo abbandonare –ha detto ancora il Presidente Iorio- le inutili polemiche e pensare a potenziare i nostri ospedali con servizi e prestazioni che vanno incontro alle richieste dei cittadini e non alle volontà di alcuni operatori sanitari preoccupati non tanto per la salute dei malati,  ma per qualche ipotesi di loro trasferimento ad altri reparti o a strutture limitrofe. Dobbiamo leggere il territorio, carpirne i bisogni e offrire le risposte adeguate.

Oggi l’offerta sanitaria deve tenere conto di nuove richieste determinate dalle caratteristiche della popolazione e dalla morfologia del territorio sul quale essa vive. Dobbiamo quindi potenziare i nostri Nosocomi con migliori e nuove offerte per la riabilitazione o per altri tipi di prestazioni scientifico-mediche. Questo per riuscire a cogliere il duplice obiettivo di evitare ai malati di spostarsi in altre regioni e di ridurre i costi decisamente inutili della migrazione passiva. Basti pensare, ad esempio, che la sola migrazione nelle strutture sanitarie abruzzesi dei molisani per prestazioni non speciali, ma che sono già offerte dal sistema sanitario regionale, ammonta a 30-35 milioni di euro.

Di contro il nostro sforamento del debito sanitario è di 25 milioni di Euro. Non si fa dunque fatica a capire la strada da imboccare e quali sono gli accorgimenti e gli aggiustamenti da porre in essere. Accorgimenti e aggiustamenti della strutturazione dell’offerta di servizi che vanno intesi come riorganizzazione del Sistema per ridurre i costi inutili. Parlare di tagli per quadrare i conti è inesatto e dannoso per costruire una sanità migliore e moderna.

Dunque dobbiamo lavorare in sinergia per ridurre l’esportazione sanitaria. Occorre una presa di coscienza del problema da parte sia della classe politica, che di quella medica. E’ necessario che gli operatori della sanità, come le strutture sanitarie pubbliche e private, pensino e si impegnino a lavorare in rete e con un rapporto sinergico e complementare. Le eccellenze che il nostro Sistema offre debbono essere utilizzate e valorizzate al meglio. Così facendo, lo ripeto, eviteremo disagi ai cittadini e, riducendo le spese per la mobilità passive, liberemo risorse per potenziare e migliorare le prestazioni del nostro Servizio Sanitario”.

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