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TERMOLI _ Per le edizioni Studium di Roma, il sacerdote della diocesi di Termoli-Larino Antonio Sabetta ha pubblicato il suo ultimo volume Giambattista Vico. Metafisica e storia nella prestigiosa collana “Interpretazioni” (dove si contano saggi di A. Rigobello, A. Pieretti, M. Borghesi). Dopo una monografia del 2006 e alcuni saggi su riviste scientifiche internazionali, questo libro raccogli il frutto della meditazione vichiana dell’autore che dura da alcuni anni. G. Vico costituisce il filosofo italiano più significativo dell’epoca moderna. Considerato spesso un precursore, dimenticato a tratti dalla critica, incompreso durante la vita, egli è stato colui che prima e più di tutti ha portato la storia nella riflessione filosofica ed ha elaborato una gnoseologia, alternativa a quella cartesiana, imperniata sul principio del “verum-factum”.

Il volume ricostruisce la visione vichiana dell’uomo e della storia, considerando in particolare il ruolo e il significato di Dio e della trascendenza nella determinazione del suo pensiero. I capitoli del testo si occupano dei tre momenti più significativi della produzione vichiana: la metafisica e antropologia come emergono dal De antiquissima e dal Diritto universale e quindi la Scienza nuova, in cui si ritrova la visione della storia come luogo della tensione non irrisolta ma compenetrantesi fra libertà e provvidenza.

La vera “rivoluzione” vichiana è il costituirsi della scienza storica, l’attribuire valore e centralità alla storia, liquidata sempre come inaffidabile sul piano della conoscenza, in quanto costitutivamente effimera e mutevole. Invece, nella fedeltà all’orizzonte epistemologico del principio del verum-factum Vico concepisce la storia quale luogo autentico del fare e quindi del conoscere umano; e allo stesso tempo essa manifesta una vera e propria “teologia filosofica”, in quanto nella conoscenza storica l’uomo può compiutamente, sotto forma di scienza, conoscere quel Dio che altrimenti resterebbe irraggiungibile sul piano della ragione, essendo per l’uomo impossibile muovere dalla realtà naturale per argomentare su Dio.

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