Venittelli con Leva e Ruta
TERMOLI – “Chiediamo una indagine conoscitiva anche in Molise sui rifiuti tossici, la stessa che si sta facendo in altre regioni”. E’ il contenuto di una interpellanza al Governo dei due parlamentari molisani Laura Venittelli e Danilo Leva. “Lo stesso Carmine Schiavone, pentito camorrista, ha detto che il sistema di smaltimento illegale di rifiuti tossici era uguale per tutto il Sud Italia – spiega la deputata termolese Venitelli -. Il 31 ottobre è stato reso pubblico, su decisione dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati, il resoconto dell’audizione davanti alla Commissione bicamerale d’inchiesta sui rifiuti del pentito di camorra Carmine Schiavone del 7 ottobre 1997, concernente lo sversamento e l’interramento illegale di rifiuti di ogni genere, anche tossici e nocivi, non solo nel territorio campano e nel basso Lazio, ma anche nel Molise, nello specifico in tutto il territorio del Matese e nelle zone vicino Isernia.

In particolare si apprende che la suddetta attività illegale si svolgeva al nord fino a Latina, mentre a est in tutta la zona del Matese, Isernia e le zone vicine. Inoltre il pentito Schiavone parla di un sistema unico di smaltimento illegale di rifiuti tossici dalla Sicilia alla Campania.

Anche per la Calabria e la Puglia ha denunciato lo stesso tipo di inquinamento”. Secondo la parlamentare: “A partire dagli anni ’80 la contrada di Fragnete, campagna alle porte di Isernia, è stata per lungo tempo inondata di fusti contenenti rifiuti tossici e sostanze radioattive, sversate nella zona chiamata Frusc’, un bellissimo tratto di bosco dove querce e tartufi abbondavano. Il meccanismo era semplice, ed è quello denunciato dal pentito Schiavone: nelle ore notturne gli scavatori preparavano le buche e i camion dei Casalesi le riempivano con i rifiuti tossici. Le istituzioni isernine, anche a seguito delle proteste dei contadini, spostarono la discarica comunale dal bosco Frusc’ al Colle Santa Maria, sempre a Fragnete: di giorno arrivavano i rifiuti urbani prodotti dai cittadini di Isernia, di notte i carichi dei Casalesi”.

“Nelle ore diurne, invece, capitava spesso che i rifiuti venissero gettati su copertoni di gomma ardenti e, se c’era vento, il fumo nero e irrespirabile si propagava nelle zone circostanti, da Fornelli a Castelromano, da Ravasecca a Breccelle: Fragnete, terra di contadini, viveva in anteprima quello che sarebbe poi successo nella Terra dei Fuochi” si legge nell’interpellanza.

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