San Nicola - Do Not Disturb
San Nicola – Do Not Disturb
SAN NICOLA _ Preghiera di non disturbare il sindaco. E’ questo il senso del messaggio che il cittadino tremitese afflitto da particolari problematiche, deve suo malgrado veder campeggiare accanto all’ingresso dell’ufficio di Giuseppe Calabrese. Un bell’esempio di comunicazione fra sindaco e cittadinanza.
Ma io ritengo che, soprattutto nell’evenienza del Natale, quel cartello possa essere rimosso per spalancare la porta del primo cittadino all’accesso delle persone rette che intendessero contattarlo. Non solo per sollecitare decisioni di necessità pressante, ma anche nel semplice intento di presentargli pensieri beneauguranti. Per fortuna chi governa il Comune Isole Tremiti non riterrà certo utile affrontare ogni emergenza nello spirito di quel curioso annuncio, perché allora i flagelli da cui sembra risultare afflitto il piccolo arcipelago permarrebbero indisturbati, quasi una sfida, nel presentare al visitatore un ulteriore spettacolo desolante.

Solo a titolo esemplificativo, basti citare a tale proposito fra le varie piaghe quelle più gravi e persistenti, come la sporcizia, l’accumulo di rifiuti e immondizie, l’aumento progressivo di motori inquinanti (una piaga terribile per le persone, gli animali e la vegetazione).
Sull’Isola di San Domino – piccola e deliziosa – scorrazzano sempre più numerosi veicoli a motore di ogni tipo:
non si capisce proprio come ne possano esistere in tale quantità, segnatamente se rapportiamo il fenomeno inquietante al numero – in verità risibile – di residenti. Negli ultimi anni si è verificato uno strano incremento di nuove iscrizioni anagrafiche nel registro comunale alle Isole Tremiti e, vista l’esiguità di autentiche presenze nei mesi più freddi, a voler essere un poco maliziosi verrebbe da ipotizzare la sussistenza di numerosi trasferimenti fasulli. Ad uso strumentale d’indirizzo politico? Se ne parla, secondo me a sproposito, soltanto quando si vota e le opposte fazioni trovano utile addebitarsi a vicenda similari scorrettezze. Ma anche l’uso autorizzato di veicoli a motore potrebbe essere un incentivo alla prassi sopra ipotizzata. Perché no? Un ipotetico furbacchione “emigra” sulle Isole con tutta la famiglia importando assieme un piccolo parco veicoli.
Fatto sta che su San Domino il traffico di mezzi motorizzati è divenuto da tempo una piaga insopportabile. Tutti gli analisti più attendibili – non modesti eruditi di provincia, bensì studiosi di rango elevato che desumono le proprie valutazioni dalle risultanze di severi criteri scientifici – illustrano di continuo una situazione di allarme ambientale (di cui le isole Tremiti rappresentano una drammatica variante), documentando la propria preoccupazione in conferenze, dibattiti, convegni di studio tesi ad organizzare una nuova frontiera al degrado inarrestabile delle condizioni climatiche, al soffocamento dell’atmosfera (che nutre il nostro sangue) all’accumulo di sporcizia sulla terra e alle avvisaglie di avvelenamento delle acque.
Appare chiaro che quello del traffico motorizzato non è certo il solo pericolo latente per la piccola comunità isolana, ma la minaccia consiste in generale, a mio avviso, nel sistema organizzativo che regola sia pure inconsapevolmente una distribuzione di privilegi apparentemente ingiusta. Il tutto avviene in un contesto che parrebbe incurante dei bisogni elementari delle famiglie più umili. Scuole, assistenza per la natalità e l’infanzia, strutture sanitarie, supporto ai deboli sono voci la cui importanza si configura in aspetto marginale nel contesto sociale divenuto precario per via dell’interesse limitato ormai soltanto ai mesi di frequenza turistica. Con l’incedere della stagione inclemente, le famiglie si trasferiscono nelle più accoglienti località costiere limitrofe, per lo più in quel di Termoli, mentre invece il Sindaco ha casa nella città di Manfredonia.

San Nicola. Il centro storico  (foto Charly L. Smoke)
San Nicola. Il centro storico (foto Charly L. Smoke)

E’ così che da oltre dieci anni non si verificano più nascite sul suolo tremitese. Allo stato attuale, succede in realtà che a San Domino come pure a San Nicola non esistano artigiani (neppure un forno per il “pane quotidiano”), mentre anche qualche minuscolo imprenditore parla già di chiudere bottega per dedicarsi a trasformare l’immobile che ospitava l’attività in piccole unità abitative da porre in vendita sul mercato vacanziero. E, naturalmente, investire il ricavo altrove.

In tale scenario, il Sindaco Giuseppe Calabrese parrebbe non trovare risorse migliorative all’infuori di una curiosa mobilità pendolare che lo vede spesso impegnato in viaggi fra Tremiti e Tripoli, di enigmatica utilità. Da un paio di stagioni si è configurata così una realtà romanzesca che potremmo intitolare ” Aspettando Gheddafi “.
Purtroppo non si tratta di favola, ma di sconvolgente realtà che si agita in quella scenografia tragica, fra macerie del faro, accumulo di rifiuti, veleni affondati con le navi spazzatura, trivellazioni marine alla ricerca del petrolio.
I residenti si chiedono perplessi cosa spererebbe mai di ottenere Calabrese da quel personaggio inquietante, del quale sembrerebbe avere costituito un proprio vessillo, da rispolverare in tutte le emergenze, per quanto siano drammatiche. Il dubbio è sempre lo stesso: è proprio convinto, il “caro” Pinuccio, di poter superare ogni difficoltà con il soccorso del tutto improbabile di un dittatore africano che si presenta sostenitore di una nuova etica attenta (sono parole sue) a “capire le ragioni del terrorismo”? In tale scenario, campeggia come ammonimento la rovina del faro distrutto da un esecrabile atto di terrorismo il cui mandante parrebbe proprio essersi configurato da decenni ormai chiaramente con evidenza ragionevole, che persino i testimoni più benevoli giudicano piuttosto arduo contestare. Riemergono solo, di quando in quando, stentate argomentazioni “dietrologiche” di un “amicone” che si arrampica sugli specchi. Eppure ci è toccato ultimamente di assistere alle teatrali esibizioni romane di quel petroliere beduino che viene a visitare l’Italia soltanto per bussare cassa attraverso larvate “provocazioni” di effetto spaventevole.

Anche di recente il nostro Governo gli ha corrisposto ingenti capitali, donandogli per giunta una flottiglia di motovedette dalle quali vengono mitragliati i nostri poveri pescatori. Un crimine che viene perpetrato con esecrabile arroganza in acque internazionali delle quali Gheddafi stesso ha ritenuto opportuno autoappropriarsi, contro qualsiasi ragionevole interpretazione del diritto. Ma poiché l’appetito vien mangiando, anche ultimamente il colonnello ha rilanciato ribadendo la “richiesta” dettata in agosto a Roma. A fine novembre infatti ha tuonato da Tripoli, sollecitando un pagamento di cinque miliardi (proprio così, cinque miliardi) che la CEE dovrebbe affrettarsi a sborsargli, secondo lui come contropartita per evitare una migrazione di proporzioni bibliche dal continente nero all’Europa. L’Unione europea paghi 5 miliardi di euro alla Libia – ha detto in sostanza Gheddafi – se vuole “fermare” i clandestini, altrimenti “un altro Continente si riverserà in Europa”. E’ proprio quanto il leader libico Muhammar Gheddafi ha ripetuto all’Europa il 29 novembre scorso, in occasione del vertice Ue-Africa. Secondo lui per fermare l’immigrazione clandestina occorre fare qualcosa di consistente. Se l’Europa consegnerà 5 miliardi di euro (questo il succo dell’ammonimento) la Libia potrà arginare i flussi.

Tutto questo mentre s’imporrebbe con urgenza ineludibile la necessità di figure carismatiche – animate da immenso amore che trascenda ogni altra considerazione contingente – capaci di erigersi non solo a simbolo, ma soprattutto a baluardo concreto contro l’eventualità d’ingiustizie che “famiglie” private, magari sorrette da compiacenti potentati, potrebbero perpetrare impunemente con sistematiche strategie mirate al profitto individuale. Spregiudicatezza, arrivismo, prevaricazione, raggiro dei limiti legalmente imposti, promozione dell’ignoranza, occultamento della verità scientifica sono soltanto un compendio dei pericoli che le persone rette si augurano di tenere lontano. Occorre una vigilanza costante per ostacolare l’insorgere di metodologie che potrebbero essere strumentalizzate a supporto di eventuali progetti speculativi di pochi privilegiati. Sul piano locale di una piccola comunità sarebbe un giochino da bambini realizzarne le premesse. Eventualità remote? Dalla parte dei cittadini coscienziosi, vorrei ancora augurarmi che non possano verificarsi mai. Parlarne con il primo cittadino? Non disturbare.

Il Sindaco vorrà certo perdonare l’allusione scherzosa, perché, come sottolineato in apertura, non giudico quel cartello realmente consono al Suo ragionevole intendimento. Mi è gradita frattanto l’occasione nel porgere il mio sentito augurio di prosperità per tutta la cittadinanza del Comune Isole Tremiti. Nella certezza che la felicità dei tremitesi debba corrispondere alle massime aspirazioni dello stimato Giuseppe Calabrese.

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7 Commenti

  1. La Forza della Ragione
    Gent.mo Ferruccio,colgo l’occasione per ringraziarla del suo “pezzo” :«Isole Tremiti:Do Not Disturb».
    Argomenti che condivido rafforzati dalle tesi di un libro,che solo da poco sto leggendo, “La Forza della Ragione” di Oriana Fallaci: «Stavolta non mi appello alla rabbia, all’orgoglio, alla passione. Mi appello alla Ragione.E insieme a Mastro Cecco che di nuovo sale sul rogo acceso dall’irragionevolezza ti dico: bisogna ritrovare la Forza della Ragione»
    Con Stima, saluti
    Tony Cericola

  2. Carissimo Editore,un commosso grazie per la bella testimonianza sull’indimenticabile Oriana.
    Nell’etica di Aristotele si legge che la Ragione costituisce il bene supremo dell’uomo e l’esercizio di essa genera la virtù, veicolo prioritario per tendere alla felicità.Da parte mia ritengo che il nostro privilegio più alto rimanga un’intimo contatto spirituale con il tesoro che ci hanno lasciato quelle menti straordinarie. Da non trascurare mai.
    Con viva cordialità
    Ferruccio Maria Fata

  3. Nessun dorma
    Ci sono dei momenti nella vita in cui è doveroso non disturbare. Un lavoro urgente da sbrigare prima di Natale, smaltire un dolore, una brutta notizia, ma che articolo insensato è mai questo? Non capisco, no, non riesco a capire, questa volta non la seguo. Saluti

  4. Disperazione
    Se ballano problemi scomodi, un mago estrae dal cappello il solito cavallo di battaglia, ma a noi tremitesi nulla importa di eventuali conquistatori africani, anzi ci terrorizza.Il degrado del faro di San Domino offre un pessimo spettaco? non si può toccare la proprietà del demanio, ma ci sarebbe una trattativa su ambedue i fari di San Domino e di Capraia per insediarvi un fantomatico “centro di ricerca di biologia marina del Mediterraneo”. Trattativa di chi? Senza voler accusare alcuno, qui nelle Isole Tremiti ci si rizzano i capelli solo a sentir nominare dittatori terroristi.Ma piuttosto perché non si fa pagare al responsabile dell’attentato del 1986 un indennizzo adeguato alla riparazione?
    Ci vuole un bello spirito, altro che biologia marina! Ho appena letto che nelle nostre acque marine ci sono veleni, armi chimiche, rifiuti tossici, metalli pesanti e quant’altro, tutta roba buona.

  5. chi ha tanto tempo libero per (inutili?) viaggetti verso l’africa, dovrebbe magari preoccuparsi di ascoltare una concittadina preoccupata per questioni urgenti da sbrigare prima di natale, smaltire un dolore, una brutta notizia…meglio allegre scampagnate sui prati di san nicola con folle di escursionisti stranieri? poveri tremitesi che colpe hanno per essere tenuti “sdegnosamente” fuori? intrusi in casa propria…?