TERMOLI – Continua all’Istituto Medico Chirurgico di Termoli il lavoro di screening per la ricerca degli anticorpi anti- coronavirus. 145 sono stati i pazienti che volontariamente si sono finora sottoposti all’esame, di essi 74 sono donne e 71 uomini, l’età media è stata di 59,5 anni.
Il test per la diagnosi rapida del possibile contagio da COVID-19 riesce a distinguere, con sensibilità e specificità molto elevate, sia la negatività agli anticorpi e cioè l’assenza di contatto con il virus (val. > 99%), sia la positività agli stessi (val. > 95%). Per questi motivi molte Regioni italiane si stanno adoperando per avviare l’esecuzione di questi test in tutto il territorio nazionale come test di screening sulla popolazione generale sia sintomatica che asintomatica.
Dei 145 pazienti che si sono sottoposti all’esame presso l’Istituto, il 93% era totalmente asintomatico e non aveva manifestato nessun sintomo particolare riferibile all’infezione da coronavirus anche negli ultimi 30 giorni prima del test. Il 6,8% (10 pazienti) aveva invece manifestato dei sintomi, come febbre persistente, congestione delle prime vie respiratorie, tosse negli ultimi 30 giorni. Nessuno risultava ancora sintomatico al momento dell’esecuzione del test. Di essi 2 pazienti sono risultati positivi al test con presenza sia di anticorpi IgM che IgG che documentavano il viraggio verso la guarigione, ma con la possibile persistenza del virus con possibile contagiosità dei pazienti che pure risultavano in quel momento completamente asintomatici.
“Dai primi dati elaborati” – è il commento dei medici dell’Istituto Medico Chirurgico – “possiamo cominciare a formulare alcune valutazioni iniziali sulla situazione relativa ai contagi e alla diffusione del Coronavirus a Termoli e comuni limitrofi da cui provenivano i pazienti. Prima conclusione è che la diffusione del contagio asintomatico nel nostro territorio appare al momento limitato.
Seconda valutazione è che come test di screening sulla popolazione generale il test rapido che stiamo eseguendo risulta utile in particolare nei pazienti che hanno in precedenza presentato sintomi respiratori e febbre al fine di individuare i positivi da sottoporre a misure di isolamento più rigide. Questo soprattutto perché la guarigione dai sintomi dei pazienti ammalatisi per coronavirus, anche a distanza di diversi giorni, non è garanzia di mancanza di contagiosità dato il persistere di segni immunologici di infezione acuta ancora in atto nonostante la scomparsa dei sintomi”.