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TERMOLI – Seminario interessantissimo quello tenutosi nella sala Sacro Cuore di Termoli in tema di lavoro e diritti, dove il relatore, il sociologo Antonello Miccoli, sviscera in modo preciso e analitico la recente e famigerata manovra governativa definita contraddittoriamente “JOBS ACT” in linea con l’esterofilia delirante d
el nostro premier!  Una disamina drammatica, che mette a nudo criticità e contraddizioni, oltre palesi elementi di incostituzionalità, di questa misura fatta ad uso e consumo della grande imprenditoria, che evidentemente pretende di avere una forza lavoro sempre meno tutelata e sempre più addomesticata. Una sorta di americanizzazione della società e del sistema dei diritti nel nostro Paese.

L’iniziativa, promossa dalla RAP Molise, dall’Altra Europa e dal Centro Studi Gramsci, ha visto la partecipazione di referenti dei numerosi comitati di base, che da tempo sono mobilitati in tema di difesa dei Beni Comuni, del territorio, dei diritti e dei servizi pubblici. Presenti in sala anche storici esponenti di Rifondazione Comunista (Marco Cataldo era il moderatore in presidenza del dibattito), di movimenti civici di sinistra (Nino Barone) e persino qualcuno del Movimento 5 stelle. Antonello Miccoli, anche in virtù della sua lunga esperienza nella segreteria regionale della CGIL, si sofferma particolarmente sulla necessità di avere oggi di un sindacato che riprenda il suo ruolo originario di lotta e di mobilitazione contro un Governo che sta attentando sempre più ai diritti democratici e del lavoro. Non è assolutamente dimenticabile l’atteggiamento prono dei sindacati di fronte a gravi misure “strutturali” e destabilizzanti per i lavoratori. Ad esempio, spiega Miccoli, il Jobs act non prevede più reintegro del lavoratore licenziato, neppure se sancito per ingiusta causa da un giudice, ma solo un indennizzo economico per un massimo di 24 mensilità. Situazione questa che permane solo per i lavoratori assunti dopo la manovra lavoro, per i più anziani, infatti, questa opzione non varrebbe più. Dunque, si profila un trattamento differenziato in tema di diritti e tutele per gli stessi lavoratori di un’azienda ed è questo un elemento di palese incostituzionalità. Oggi un nuovo lavoratore sarà sempre più alla mercé del proprio datore di lavoro, poiché potrà essere licenziato in qualsiasi momento e nessun giudice, anche in caso di ingiusto provvedimento, potrà ordinarne il reintegro. Proprio su questo aspetto, l’Ingegnere Mario Di Blasio ha riportato una personale testimonianza, riferita al suo ingiusto licenziamento dallo Zuccherificio del Molise ed alla sofferta scelta, dopo l’accoglimento del ricorso da parte del giudice del lavoro, di optare per un indennizzo piuttosto che per il reintegro. Scelta che era ancora nella condizione di fare, in quanto era in una situazione di lavoro pregressa all’introduzione del Job Act. Altri interessanti interventi si sono poi succeduti, come quello di Jean Luc Cuculo, anche lui operaio dello Zuccherificio, che ha portato la sua prima busta paga, risalente all’ormai lontano 1986, documentando così da allora ad oggi, con un preciso termine di confronto, la progressiva perdita di potere di acquisto e di diritti da parte del lavoratore.

Non poche bordate sono infine mancate sia al Governo Nazionale che a quello Regionale, che a dispetto dei proclami, non sta facendo concretamente nulla per il crescente disagio economico ed occupazionale. Manca alla base, un’idea sana di sviluppo del nostro territorio, uno sviluppo armonico ed eco-sostenibile in assoluta opposizione con quanto invece stanno implementando anche nella realtà bassomolisana (Ampliamenti chimici, riconversioni in inceneritori e centrali biomasse, cementificazioni, ecc. ecc.). Chiude la serie degli interventi Antonio De Lellis, referente della delegazione molisana per l’assemblea costituente nazionale dell’Altra Europa per Tsipras, prevista per il 18-19 aprile. Il suo plauso va all’iniziativa che deve essere considerata una sorta di “scuola popolare” dove ognuno di noi apprende e diffonde ad altri, intessendo una rete capillare di coscienze e di consapevolezze. Citando Marx, occorre costruire pazientemente e dal basso il movimento che dovrà abolire lo stato di cose presente. Poiché è chiaro, ed è stato anche ribadito in sala, che oggi sono davvero in troppi, soprattutto tra i giovani, a non sapere cosa sta veramente accadendo sopra le loro teste: poiché saranno proprio loro a pagare il prezzo più alto di questa destrutturazione in tema di diritti e di democrazia.

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