Luca Fabrizio
Luca Fabrizio
TERMOLI – Giorni fa il mondo del Rock, anche se per via trasversale, è stato colpito da un’altra tragedia: Peaches, la figlia venticinquenne di Bob Geldof è stata trovata morta per un infarto nella sua casa nel Kent. Nel 2000 era toccato alla madre per una overdose. Bob in un messaggio in cui conferma la morte della figlia la ricorda come ”la più selvaggia, la più divertente, la più intelligente, e la più spiritosa e la più mattarella di tutti noi”. È vero, il suo bellissimo viso suggerisce queste immagini. Immagini di una ragazza che non immagineresti mai interessata a culti e sette sataniche, o con un passato legato a dipendenze da droghe. Eppure il dolore si nasconde e bene anche. Ma la mia è una riflessione che va al di là di ciò. Si perché pensavo che il papà Bob fu anche il padre di quel Live Aid del 1985 che avrebbe dovuto in parte risolvere la fame nel mondo. Un evento Rock che, come Woodstock, avrebbe dovuto cambiare il mondo ancora una volta: fallendo, ancora una volta.

Allora mi chiedo: non sta forse qui il problema? Non è superbia la pretesa di cambiare il mondo? Non è semplicemente al di là delle nostre forze? Non può la musica solo celebrarlo (e lo ha fatto molte volte) il mondo senza avere ogni volta la pretesa di cambiarlo? Non si tratta di fare un processo alle intenzioni che sono, e sicuramente sono state, il più delle volte in buona fede. Ma penso sia più giusto alle volte cercare di salvare una singola vita che tutto il mondo. Penso abbia più valore il ”cambiamento” di una sola persona che si tutto il cosmo. Il Rock ha sempre celebrato dai tempi dei Beatles questa sorta di panteismo salvifico (con poche eccezioni) e forse all’epoca era quello di cui si aveva bisogno, ma non è tutto qui.

C’è dell’altro. C’è che noi non possiamo provare amore per l’universo, non possiamo amare il genere umano perché si ama sempre e solo il particolare, si ama e ci si consacra sempre ad una persona con un nome preciso. L’universo non fa per noi, è troppo grande da abbracciare, troppo freddo. Meglio l’abbraccio e un bacio di chi ci vede tornare a casa dopo un lungo viaggio. Penso sia questo che il Rock, come utopia, non ha mai compreso, la ragione profonda per cui in fondo la musica non può redimere, non può salvare il mondo.

Everybody just waiting to hear from the one who  can give them the answers cantava Jackson Browne in For Everyman. La musica può celebrare questo nostro universo ma la risposta viene sempre da chi ci sta affianco.

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