VASTO _ Di alto gradimento il discorso dell’onorevole Anita Di Giuseppe, intervenuta, durante la kermesse idv di vasto, ad un incontro tematico sulla scuola pubblica e l’istruzione. La parlamentare del Molise , referente politico sul tema, introdotta da Maria Letizia Bosco, responsabile nazionale IdV Scuola, ha illustrato le proposte che l’Italia dei Valori ha in programma per ogni ordine e grado dell’istruzione pubblica. Accanto a lei, sul palco di Palazzo d’Avalos, il Prof. Nicola Tranfaglia, responsabile nazionale IdV Cultura e Istruzione, Domenico Pantaleo, segretario generale Cgil Scuola e Stefano D’Errico, segretario generale Unicobas.

Il problema del disagio giovanile – ha sottolineato la Di Giuseppe – non può che essere alimentato dal disinteresse di questo governo nei confronti della scuola, concepita da chi ci governa come un’azienda in passivo dimenticando l’importanza del ruolo che essa ricopre per la nostra società, per i nostri ragazzi. E’ un ruolo di formazione e di inclusione che non può e non deve essere sottovalutato. Quella Italiana è un scuola svilita e svuotata delle sue potenzialità. In un momento in cui l’Europa considera la scuola come il motore del futuro e punta sulla formazione, noi andiamo da tutt’altra parte: più alunni nelle classi e meno tempo dedicato all’insegnamento delle materie. Gli Istituti tecnici e professionali – ha sottolineato – sono certamente i più penalizzati, non solo per la riduzione delle ore di lingua italiana e straniera ma anche per le materie tecniche. Noi dell’Italia dei Valori, abbiamo le idee chiare su come vogliamo che sia la scuola Italiana, a partire dalla scuola dell’infanzia e di primo grado. Bisogna puntare sul servizio pubblico e l’anticipazione dell’accesso alla scuola primaria a 5 anni. Per la scuola secondaria di primo grado proponiamo lo studio obbligatorio della seconda lingua comunitaria, il tempo prolungato e la riduzione a massimo 25 alunni per classe. Anche per gli istituti superiori, è fondamentale l’insegnamento obbligatorio in tutte le scuole della seconda lingua comunitaria e del diritto, la cui conoscenza renderebbe i nostri ragazzi più responsabili. Andrebbero poi privilegiate le materie tecniche per gli indirizzi professionali”. Infine, l’obbligo scolastico a 18 anni. L’IdV si è schierata con forza e determinazione al fianco dei precari, privati dal governo Berlusconi e dai ministeri della Gelmini e di Tremonti della loro dignità.

Precari non si nasce, lo si diventa. I precari sono persone, sono laureati che hanno alle spalle anni di lavoro e di incertezze, di studio e di corsi di aggiornamento. Come può pensare la Gelmini, insieme alla Brambilla, di riutilizzare i precari della scuola nel turismo? Le riforme dell’attuale Ministra all’Istruzione – affondo conclusivo dell’on. Di Giuseppe – vengono sempre annunciate dal Governo come riforme epocali e storiche… è vero, lo sono, ma solo in termini di negatività. Se questo governo, come dice, vuole davvero una scuola di qualità, allora deve sapere che non si può raggiungere l’obiettivo senza un organico completo e senza fondi”.

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