Simone Coscia
Simone Coscia
TERMOLI _ Dopo l’ennesimo episodio che ha visto soccombere i legittimi interessi della città di Termoli al Cosib, non potevamo più esimerci dall’intervenire sull’argomento “termolesità” e sulle conseguenze della filiera istituzionale. Già perché il pregio della celeberrima filiera istituzionale doveva essere quello del massimo ascolto delle esigenze della nostra città a livello regionale e nazionale.

In campagna elettorale ci si era vantati della facilità con cui sarebbe stato ricostituito il rapporto con tutti i comuni del basso Molise e delle porte spalancate che questi avrebbero lasciato al “naturale predominio” di Termoli nelle istituzioni locali.

Il Cosib ha confermato che il cambio di colore politico della nostra amministrazione ha tuttal’più acuito la portata delle umiliazioni subite perché oltretutto provengono da istituzioni dello stesso colore politico. D’altronde lo scarso peso di Termoli si era già visto nelle vicende dello zuccherificio, antico stabilimento industriale ubicato nella nostra città, ormai completamente isernizzato senza che dall’istituzione comunale si levasse nulla più di un flebile lamento. Per non parlare del destino subito da alcuni istituti scolastici superiori, destinati a scomparire grazie alla totale sordità dei rappresentanti della termolesità in consiglio regionale (Velardi & Di Falco); anche in questo caso dal Sindaco deboli lamenti e quasi totale acquiescenza ai voleri dei “padroni” della sua coalizione. Non si possono ignorare neanche le “attenzioni” rivolte al basso Molise in materia di riforma sanitaria (per chi se lo fosse dimenticato è l’ambito regionale più punito) e della prossima riforma della giustizia.

Il totale immobilismo nei riguardi del destino del tribunale di Larino, e relative sedi staccate, ne causerà una veloce fine se non vi sarà alcun cambiamento dello stato di fatto. La filiera ha anche garantito il gran pasticcio dei collegamenti con la Croazia con bandi di gara strampalati e anche illegittimi che hanno fatto perdere alla nostra città una grossa opportunità turistica; anche in questo caso l’addetto stampa del comune ha potuto riposarsi. Merita una citazione anche la questione idrica che vede il nostro comune come ultimo della lista nel tempo di allaccio del nuovo acquedotto, dopo essere stato buon ultimo nelle ordinanze a tutela della salute. Un’ultima menzione d’onore merita la tanto sbandierata autostrada del Molise che la filiera istituzionale continua fraudolentemente a chiamare Termoli-San Vittore mentre gli atti ufficiali finora emanati sanciscono che il vero collegamento è Campobasso-San Vittore.

Chissà che cosa faceva in consiglio di amministrazione il dottor Montano, esponente di spicco della amministrazione della termolesità che sulla questione non ha proferito verbo. Insomma quella che doveva essere una virtuosa “trait-d’union” tesa ad una maggior attenzione per Termoli ai livelli regionali si è trasformata in una squallida cinghia di trasmissione in cui il capo ordina e Termoli va a rimorchio. Vi avevamo preannunciato prima delle elezioni che “L’Alto molise ordina il Basso ubbidisce” ma eravamo stati ottimisti. La situazione attuale è che il pietrabbondandese dispone ed il Basso e con lui tutta Termoli subisce, oltretutto senza lamentarsi. Non vorremmo che anche nei prossimi appuntamenti elettorali qualcuno venisse di nuovo fuori con questa barzelletta della “filiera” quando a tutt’oggi nessuno dei due schieramenti ha un programma e dei candidati credibili che possano difendere gli interessi della nostra città, e che l’unico accordo bai-partisan è stato l’approvazione dello “statuto regionale – salva dinosauri”.

PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA
Coord. Reg. Avv. Simone Coscia

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