MAFALDA _ Quando la lotta politica utilizza bassi e ridicoli pretesti, quando si falsificano i fatti, illudendosi di fare furbi sgambetti all’avversario politico che non avrebbe più alcuna possibilità di replicare perché fuori tempo massimo, vuol dire che si vuol fare un gioco sporco, perché non si hanno più argomenti politici, perché si è alla canna del gas e perché ormai non resta altro che il metodo denigratorio e la bugia. Attaccare giornalisticamente (!?) nell’ultimo giorno della campagna elettorale l’attuale Amministrazione comunale e, in particolare, la persona del Sindaco di Mafalda, con l’intento esplicito di non dare a quest’ultimo possibilità di replica, e quindi di sottrargli qualche voto nella corsa al Consiglio provinciale, è un’azione meschina che alla fine si ritorce contro i suoi autori.
A parlare tramite un articolo è il candidato provinciale Ureliano Masciulli, il quale, vogliamo sottolineare, è la stessa persona che, pur essendo stata chiamata a svolgere il ruolo di consigliere di minoranza, si è dimessa nelle scorse elezioni amministrative a Mafalda, perché a suo dire non aveva tempo per assolvere a questo suo dovere-servizio (ora però il tempo l’ha trovato!). Il Masciulli afferma la distruzione della nostra piazza, evoca la continuità amministrativa, e vuol far credere di conoscere la provenienza dei fondi con i quali verranno fatti i lavori per abbellire la nostra piazza. Continuità amministrativa? No, grazie. Ricordiamo, infatti, che Masciulli è la stessa persona che ha votato, quando era consigliere di maggioranza nella passata amministrazione, firmando a favore della biomasse, andando contro la volontà della stragrande maggioranza dei cittadini mafaldesi, e ora (contraddizione assurda!), parla di ambientalismo, facendosi portavoce della sua lista di centro-sinistra.
La questione fin troppo famosa per i Mafaldesi dei lavori in piazza della Libertà è stato motivo di scontro nell’ultima campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale. I cittadini sanno la verità dei fatti, sanno come sono andate le vicende di quella questione, come si è svolta quella lotta su quel fatto particolare; i cittadini hanno condiviso il giudizio dell’attuale Amministrazione, hanno accettato il progetto di revisione del piano traffico proposto, con ben 700 firme raccolte allo scopo, già prima delle elezioni, firme e volontà popolare totalmente ignorate dall’ex Amministrazione. Vogliamo ricordare piuttosto quanti soldi pubblici sono stati spesi e come sono stati spesi (1 milione di euro circa!) per quell’intervento urbanistico (tra l’altro lasciato quasi al 70% incompiuto!) che è un’opera dalla stragrande maggioranza riconosciuta quantomeno inopportuna, balorda, illogica e per niente funzionale.
Il paese di Mafalda sapeva e sa, ha giudicato l’operato e le scelte scellerate della vecchia Amministrazione, ha dato fiducia all’attuale che ha proposto, tra i primi punti programmatici, una revisione di quello scempio urbanistico per il bene di tutti. Quali e quanti voti pensate di recuperare con questa uscita disperata dell’ultimora, che vi si ritorcerà contro?
I mafaldesi non sono così ingenui da cadere nella trappola fin troppo puerile che nell’ultimo giorno della campagna elettorale avete voluto imbastire contro il candidato provinciale e nostro Sindaco, Egidio Riccioni! In merito alla nuova ristrutturazione della piazza siamo convinti che a giovarne saranno prima di tutto proprio i commercianti, le madri con i passeggini, i diversamente abili e i pedoni in generale, a differenza di ciò che ha affermato il candidato Masciulli, il quale, insieme al suo gruppo partitico, ha usato il classico metodo populista e demagogico, volendo far credere di essere portavoce del comune sentire, quando invece il suo scopo è solo la riconquista di qualche voto, sottraendolo all’avversario politico. Noi siamo certi che se si guardasse al bene comune, se non si desse ascolto a istinti di odio e di denigrazione, ne gioverebbero tutti, ne gioverebbe anche chi getta fango per meri interessi personali di visibilità e, in fondo, di piccolo e meschino potere.
Gli amministratori di Mafalda