TERMOLI _ Il destino dello Zuccherificio del Molise è stato tracciato lo scorso 30 maggio da un gruppo di lavoro costituitosi presso la Regione Molise per discutere della proposta dell’Amministratore delegato, Alberto Alfieri, che consiste nella creazione di una New-Co, interamente controllata dalla Regione attraverso lo Zuccherificio, e concedere in affitto gli impianti di produzione dello zucchero per un periodo di almeno 3 anni. Questa nuova società, all’uopo costituita, avrà il diritto di prelazione sull’acquisto degli assets, assumerà le maestranze necessarie allo svolgimento dell’attività tipica, sarà titolare dei contratti con i bieticoltori e con i principali clienti e fornitori dello Zuccherificio. Per contro pagherà un canone d’affitto e verserà gli utili di campagna derivanti dall’attività tipica.
Tale piano è stato recepito dalla Giunta regionale con delibera del 4 giugno, trasmessa ieri in Consiglio per gli ulteriori provvedimenti di competenza. “Il trasferimento del ramo d’azienda – si legge nella nota inviata al Ministero del lavoro e della Previdenza Sociale – s’inquadra nell’ambito del più ampio progetto di risanamento e riorganizzazione che lo Zuccherificio del Molise intende perseguire in conseguenza della grave crisi economico-finanziaria che lo sta interessando”.
Consapevoli che ad oggi è pendente dinanzi al Tribunale di Larino un’istanza di fallimento promossa dalla creditrice Energy Trading International SpA, alla quale hanno aderito altri creditori e che l’udienza si terrà l’11 luglio prossimo, si tenta di completare le procedure entro il 5 luglio per evitare che l’azienda riceva il pregiudizio di una messa in liquidazione. Questa soluzione, già adottata per la Parmalat, prevede che solo 67 lavoratori degli attuali 103 vengano trasferiti alla New-Co insieme al ramo d’azienda. Da qui la totale contrarietà da parte delle organizzazioni sindacali che hanno proposto di individuare soluzioni alternative al fine di mantenere gli attuali livelli occupazionali e hanno richiesto formalmente un incontro per l’avvio dell’esame congiunto da tenersi a Roma il 14 giugno. Un taglio drastico dettato dalle attuali condizioni dello Zuccherificio che, sempre secondo l’Amministratore delegato, sono di “precarietà economico e finanziaria sostanzialmente riconducibili ad ingenti investimenti parzialmente realizzati, ad una struttura di costi superiori ai livelli accettabili per lo Zuccherificio e ad altri fattori relativi a comportamenti dei soci privati/amministratori dello Zuccherificio”.
Tutte cose che i lavoratori, le maestranze e le associazioni di categorie hanno detto e ridetto al Presidente Iorio e all’Assessore Vitagliano, ma che non sono mai state ascoltate perché le strade che loro intendevano percorrere non erano evidentemente quelle della corretta gestione dell’azienda. A chi altri si potrebbe imputare lo sfacelo che ci troviamo di fronte se la società è totalmente controllata dalla Regione e se il socio privato è stato fortemente voluto da Iorio? E adesso chi dovrebbe pagare il peso di questo gioco finito male? È ovvio! I lavoratori, gli unici che hanno continuato a fare il proprio dovere mentre le teste pensanti si dedicano a cercare benefici personali e consensi elettorali. Non si può essere d’accordo con una proposta del genere ed inoltre si ha il terrore che drastiche soluzioni di questo tipo possano essere adottate anche per altre controllate della Regioni, un nome fra tutti: la Solagrital. Ben presto il Molise si libererà di questa amministrazione di lupi e volpi, ma il costo delle loro “leggerezze” lo pagheremo ancora per molto.
I consiglieri: Filippo Monaco, Massimo Romano, Felice Di Donato
non vorremmo che…
Questi interventi degli uomini di sinistra mi preoccupano un po’. Non vorremmo che mentre la … di Iorio e co. teneva in vita lo zuccherificio per alimentare il carrozzone di amici presidenti, consigli d’amministrazioni parenti e affini, ora subentrano quelli di sinistra che vogliono puntellare il catorcio per garantire il posto di lavoro agli operai. Perchè nell’uno e nell’altro il risultato non cambia. Saranno sempre i nostri soldi ad essere messi in gioco. E questo non va bene. Che lo faccia la destra per ragioni ignobili, ma anche se lo fa la sinistra per presunte ragioni nobili. Soldi pubblici per aziende decotte non si buttano.
Questo deve essere chiaro a tutti. Le aziende che non riescono a stare sul mercato devono fallire. Questa è una regola aurea dell’economia. Chi cincischia contro questa regola la fa in malafede solo perchè non tira fuori i soldi di tasca propria ma usa quelli dei contribuenti.
Quindi cari consiglieri di sinistra, prendete lezioni dai cinesi, che sono di sinistra anche loro, ma sanno far girare l’economia. O produci ricchezza o chiudi. Se produci debiti, devi chiudere. Altro non c’è da aggiungere.