TermoliReferendumTERMOLI – In merito alle richieste inoltrate il 15 ed il 20 aprile 2016 dai Comitati referendari e dai proponenti la petizione popolare al presidente del Consiglio comunale per utilizzare la sala consiliare al fine di svolgere un incontro culturale pubblico avente tema lo strumento del referendum cittadino, dobbiamo denunciare l’ennesimo rifiuto perpetrato verso tutti i cittadini termolesi.

Infatti con comunicazione data dalla presidente del consiglio in risposta alla nostra richiesta è stata rifiutata la concessione dell’utilizzo della sala consiliare senza nessuna motivazione pratica ma solo riportandoci freddamente all’articolo 25, comma 4 del regolamento del consiglio comunale che recita così:
“Può autorizzarsi un uso estraneo alle suddette attività purché compatibili con lo stato dei locali e con la programmazione dei lavori nei seguenti casi:
a. Manifestazioni culturali, sportive, di volontariato, organizzate dalle associazioni o da altri soggetti pubblici o privati.
b. Incontri tenuti dai gruppi consiliari e dai consiglieri su questioni di competenza comunale, senza esposizione di simboli e vessilli di partito”

Un’interpretazione a nostro parere avvitata intorno al timore che un cittadino potesse esprimersi liberamente in assise pubblica su uno strumento costituzionale, il referendum consultivo cittadino, da sempre osteggiato da questa amministrazione che continua a stroncare sul nascere qualsiasi iniziativa, anche quelle riguardanti l’educazione civica.

Perché parlare del referendum cittadino non significa altro che contribuire a diffondere i valori della cultura civica, oggi colpevolmente emarginata dalla vita politica e sociale della nostra comunità.
È bene ricordare che i Comitati referendari e i soggetti proponenti la petizione popolare, scevri da qualsiasi simbolo o vessillo di partito, non sono né partiti né associazioni politiche ma cittadini che attraverso il rispetto della Costituzione italiana, dello Statuto del comune di Termoli e del Regolamento partecipazione dei cittadini si sono istituzionalizzati costituendosi in forma associata.

Pertanto al pari del Consiglio comunale e degli altri organismi cittadini istituzionali, anche ai Comitati referendari e ai proponenti la petizione popolare va garantito l’utilizzo di tutti i luoghi e gli strumenti per poter favorire e promuovere la partecipazione democratica di tutti i cittadini alla vita politica termolese, quei luoghi e quelle sedi che i comitati referendari, in quanto espressione civica e non partitica, non possiedono.
Va bene inteso che la politica va presa nella sua intonazione più alta e nobile del termine e non può essere confusa e strumentalizzata con visioni partitiche ed affaristiche che escludono di fatto i cittadini dalle dinamiche della cosa pubblica.

Quindi risulta anche alquanto sterile e risibile commemorare i caduti delle guerre mondiali e la Liberazione se poi fattivamente si cerca di calpestare i nostri diritti acquisiti, grazie al sacrificio di milioni di vite umane, negando le più elementari espressioni democratiche.

TERMOLI DECIDE

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