Basta porre attenzione alla vicenda ultima – vogliamo sperare che lo sia – quella chiamata “open gates ”, porte aperte, proprio nel momento in cui entrano nelle carceri personaggi di peso di questa nostra Regione, per i tanti ruoli di spicco giocati in questi anni.
Le loro azioni e la diffusione delle notizie dei reati di cui vengono accusati, hanno imbrattato l’immagine del Molise e fatto nascere sospetti su tutto ciò che il Molise esprime e produce, con il rischio che diventi una favola quello che si racconta.
Un altro rischio è quello di trovare i coltivatori, cioè le vittime, visto che hanno messo a disposizione i propri terreni affidandosi alle carte ed ai documenti firmati dalle istituzioni preposte ai controlli, posti sullo stesso piano di chi, eventualmente, li ha raggirati. Noi, all’inizio di questa nostra riflessione, abbiamo parlato di silenzi che non si spiegano, come quelli delle organizzazioni di categoria, sia dei coltivatori che dei consumatori, che, ripetiamo, sono le vittime e, come tali, aiutate a difendersi con azioni concordate utili a far venire a galla la o le verità.
Azioni come quelle di invitare le autorità preposte a monitorare tutte le particelle di terreno che sono state oggetto dello scarico del materiale trattato dall’Inside di Del Torto, per capire se ci sono problemi di inquinamento, in modo da recintare queste particelle e chiuderle per qualsiasi attività produttiva. È il minimo che si debba fare per tranquillizzare il consumatore ed evitare una criminalizzazione delle aziende vittime – nel momento in cui viene accertato – di un vero e proprio raggiro.
C’è di più, bisogna invitare tutti, consumatori e produttori, a costituirsi parte civile nel processo che l’operazione “open gates ” ha messo in luce. In pratica è tempo di squarciare i silenzi e di fare qualcosa di utile ed importante oltre che urgente.
Pasquale Di Lena