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CAMPOBASSO _ Tutto il mondo segue queste ultime ore di campagna elettorale americana, non solo per l’interesse che suscita il confronto tra i due candidati, ma sopratutto per gli indirizzi politici che assumerà il nuovo Presidente degli Stati Uniti che determineranno ricadute in ogni campo d’attività ed in tutto il pianeta. L’Europa è rimasta ai margini della competizione e nello scontro sulla politica estera non è stata menzionata nemmeno una volta a fronte di venti citazioni della Cina. La politica economica, militare, ambientale, sanitaria e sociale, a livello globale sarà influenzata e condizionata pesantemente dal governo americano.

E per questo vi trasmetto un sentimento di preoccupazione per le sorti dell’Unione Europea che si somma all’amarezza per alcune offese esplicite fatte da Mitt Romney contro l’Italia. L’economia europea non potrà ripartire senza un accordo globale con gli Stati Uniti. E una simile intesa interessa anche il governo americano che nella competizione con la Cina e con le potenze emergenti ha bisogno di una sponda politica a Bruxelles. Le democrazie occidentali hanno vinto la sfida col blocco sovietico ma rischiano di perdere la scommessa contro 3 miliardi di indiani e cinesi che stanno assumendo il ruolo di nuovo baricentro mondiale. Separare gli Stati Uniti dall’Unione Europea è un errore e le scelte di Mitt Romney di alzare steccati, arroccarsi in patria e lasciar andare il mondo alla deriva, rappresentano un pericolo anche per gli americani. Ma al di là di queste proposte sbagliate, mi hanno colpito le offese dei repubblicani e di ROMNEY all’Europa, alla Spagna e all’Italia. Veniamo menzionati in negativo in dichiarazioni in cui ci si rappresenta come incompetenti, marginali e prossimi alla bancarotta finanziaria. Gli italiani vengono sbeffeggiati dai loro spot elettorali che ci dipingono con l’alito vomitevole e come i predatori della Chrysler.

Non raccolgo simili bassezze ma le ritengo indegne verso l’Italia e ingiuste verso milioni di migranti italiani che hanno fatto crescere e prosperare gli Stati Uniti. Mitt ROMNEY facesse la sua campagna presidenziale nel modo che crede ma non si permetta di offendere la dignità della grande comunità italo-americana. E prima di parlare ricordi Colombo, Meucci, Fermi, Caruso, La Guardia ma anche i minatori morti a Monongah, i contadini meridionali sfruttati peggio degli schiavi e milioni di uomini e donne che hanno contribuito a costruire la prima potenza del mondo. E ricordi inoltre che l’ultima crisi finanziaria devastante globale è nata in America nel 2008 dalle speculazioni sui mutui, di un’idea di mercato senza regole dove i ricchi spostano la propria residenza nei paradisi fiscali per non pagare le tasse.

Michele PETRAROIA

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