TERMOLI _ Pienone ieri sera al concerto di Massimo Ranieri al Teatro Verde. In tanti sono accorsi per non perdersi il bello spettacolo. Però nel corso della serata entusiasmante in cui Ranieri ha ballato e cantato senza risparmiarsi un solo minuto entusiasmando il pubblico presente, è accaduto qualcosa di poco opportuno ai danni di qualche giornalista e non solo che non è riuscito ad entrare ma lasciato ad attendere per ore davanti i cancelli.  

Il racconto dell’accaduto è dello stesso protagonista di cui pubblichiamo una lettera inviataci oggi in redazione.

Avremmo voluto parlare di musica e di uno dei più grandi interpreti della musica italiana degli ultimi cinquant’anni, ma ci ritroviamo con grosso rammarico a parlare di episodi scandalosi che hanno dell’incredibile e che denotano la grande maleducazione con la quale troppo spesso noi giornalisti ci ritroviamo a combattere. E noi siamo convinti che se nessuno ne parla mai si potrà migliorare. Ma passiamo ai fatti. Il sottoscritto, assieme a una collega, rispettivamente direttore responsabile e collaboratrice di un sito internet locale – web journal, come spesso accade, ha deciso di realizzare un piccolo reportage giornalistico sul concerto che Massimo Ranieri avrebbe dovuto tenere al Pala Verde di Termoli il 13 agosto. Puntualmente, a mezzo della propria testata giornalistica, provvedeva a richiedere i relativi accrediti per accedere all’evento e documentare la performance dell’artista.

Il Comune di Termoli ci chiedeva di contattare tale “msgroup2000” che ha come referente un certo Vincenzo Pugliese. Contattato telefonicamente quest’ultimo, a noi come ad altre testate giornalistiche molisane, riferiva che avremmo dovuto recarci alla cassa accrediti la sera del concerto per ritirare i relativi Pass. E così è stato fatto, ma sorpresa delle sorprese la cassa accrediti non c’era e una sedicente cassiera ci invita ad aspettare la fine della vendita dei biglietti per poter essere ammessi nell’arena. Subito appariva evidente un’anomalia nella procedura, in quanto l’accesso dei giornalisti viene trattato separatamente dal pubblico e non è a questo correlato. Nell’attesa (dalle 20 alle 21,30) davanti al botteghino diversi colleghi, vedendo la nostra telecamera, si avvicinano per condividere l’incredulità per quello che stava accadendo. Per farla breve alle 21,55 inizia il concerto e ancora ci viene chiesto di aspettare. Ci accorgiamo che diversi colleghi però (amici?) erano riusciti ad entrare, anche con famiglia al seguito… A quel punto ci arrabbiamo con tale responsabile Vincenzo Pugliese che ci riferisce (ben due ore dopo…) che gli accrediti erano arrivati in misura insufficiente addossando la colpa all’ufficio stampa di Massimo Ranieri.

Dopo le nostre rimostranze (avrebbe potuto dir questo al telefono evitando farci percorrere quasi 200 km) aggiunge anche una chicca “Beh io potrei farvi entrare ma…la telecamera non può entrare!!!”. Dopo aver ribattuto che il nostro non era un desiderio di vedere il concerto ma di documentarlo e recensirlo, e dopo aver ricevuto dalla cassiera un “Non lo so…sinceramente…” alla domanda “ma quale agenzia ha organizzato tutto questo?”, restiamo ancora qualche minuto a discutere con altri colleghi di quello che, in realtà, mai ci era capitato in Puglia, soprattutto con la Delta Concerti che di solito organizza (a dovere!) eventi di tale portata. Dopo qualche minuto esce dai cancelli la troupe inviperita di un emittente televisiva di Campobasso che, dopo i tre minuti di rito per le riprese (ma le telecamere non erano vietate???), decide di andare via e ci riferisce che all’interno del parterre (venduto a 49 euro!) molti posti che dovevano essere “a sedere” invece erano in piedi e che, ciliegina sulla torta, una signora disabile è stata più volte invitata ad alzarsi dalla carrozzina… roba da pazzi. Forse non si voleva che si evidenziassero storture di tale portata? Dopo venti minuti di confronto decidiamo di andar via, d’accordo con i colleghi molisani di raccontare la vergogna vista al Pala Verde di Termoli che, oltre alla dignità di persone, offende la rispettabilità dei giornalisti che lavorano per un servizio pubblico. Ma questo il sedicente signor Pugliese e la poco saccente cassiera forse non lo capiranno mai…”

Emanuele Faccilongo Giornalista iscritto all’OdG della Puglia

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