TERMOLI _ “L’assistenza domiciliare e la riabilitazione convenzionata diventano sempre più una chimera per gli utenti del Basso Molise”. All’indomani della denuncia lanciata dal termolese Angelo Castiello che ha “alzato i veli” sul brutto “andazzo” venutosi a creare per i malati acuti e bisognosi di riabilitazione che dovrebbero usufruire di un’assistenza pubblica ma che in realtà si sta trasformando sempre più in privata, ovvero per
coloro che possono pagare di tasca propria le cure, scendono in campo i titolari di 15 centri di fisioterapia e riabilitazione situati in Basso Molise tra Termoli, Larino, Montenero di Bisaccia, Montecilfone e Santacroce di Magliano, sull’orlo del baratro economico. Rischiano, infatti, di chiudere in massa le strutture private accreditate con l’Azienda santaria molisana a causa dei ritardati pagamenti dell’Asrem. Ma non solo.
Sono sempre più numerosi gli utenti bisognosi di prestazioni assistenziali e cure dopo infortuni, incidenti ma anche problematiche acute prima del loro rientro al lavoro che d’ora in poi resteranno fuori dai servizi riabilitativi a seguito dei corposi “tagli” ai budget effettuati dall’Azienda regionale. “Se in una regione come la nostra viene meno l’assistenza pubblica _ ha detto Castiello _ cosa ci rimane?”. La conferma della situazione di disagio arriva direttamente dai fisioterapisti della costa molisana.
“E’ divenuto sempre più difficile operare in questo periodo ed in questo settore _ hanno dichiarato le responsabili delle strutture riabilitative private convenzionate di Larino e Termoli _ sia per i sostanziosi tagli effettuati dall’azienda sanitaria nei budget annuali a disposizione delle strutture per cui le liste di attesa per la riabilitazione delle persone che incorrono in infortuni sul lavoro, in incidenti stradali, in cadute ed altro si sono allungate notevolmente. Per far tornare funzionale un braccio dopo una ingessatura bisogna attendere anche tre mesi e questo è inaccettabile per un operaio che deve tornare al lavoro. Di conseguenza spesso si ricorre al pagamento proprio di tutta la cura per poter ritornare efficienti in tempi brevi”.
Ma c’è di più. A pesare ulteriormente sui bilanci di tali piccole strutture che hanno tra i 4 agli 8 collaboratori, mentre i ritardi cronici nei rimborsi da parte dell’Asrem per prestazioni effettuate ai pazienti che godono dell’assistenza pubblica. “Siamo attendendo da due anni i rimborsi su alcune prestazioni già erogate _ hanno proseguito le titolari di due strutture _ ed ora sembra divenuto tutto molto più difficile”. Nei prossimi giorni è previsto un incontro tra gli operatori di Termoli, Larino e centri limitrofi per per discutere il “da farsi”.