A cinque anni dalla sua morte quel “non abbiate paura”, pronunciato agli albori del suo Pontificato, deve rassicurare i tanti disoccupati, i molti cassintegrati e tutti coloro i quali dovendo combatte il dramma della malattia, il disagio sociale, la solitudine e le problematiche economico-finanziarie delle famiglie che ospitano anziani e diversamente abili. Oggi vale più che mai quell’autorevole invito rivolto a tutti e a ciascuno a non abbattersi e dare il proprio contributo per costruire un futuro migliore. La visita pastorale di questo “gigante della storia” ha lasciato tracce indelebili nella memoria del nostro popolo. Come dimenticare quel richiamo a far si che “il lavoro deve contribuire allo sviluppo dell’uomo e non al soffocamento servile della sua dignità”.
Come non far propria quella parte del discorso pronunciato alla posa della prima pietra del Centro di Alta Specializzazione in Scienze Biomediche della Cattolica a Campobasso, quando il Pontefice evidenzia che “esistono nella vita delle fasi e condizioni nelle quali l’uomo e la donna non sono in grado di intendere, di volere e di operare autonomamente, ma non per questo essi cessano di essere persone. Il Centro che qui nasce vuole porsi appunto al servizio della persona umana, colta nella sua verità integrale e nella concretezza delle sue situazioni esistenziali”. Per quanto mi riguarda mi sono confrontato tante volte con questi richiami del Papa ad attuare politiche del lavoro e della salute capaci di raccogliere e salvaguardare in pieno la dignità della persona e il suo diritto ad un lavoro confacente alle proprie aspettative. Sfide importanti ed impegnative che dovevano allora, debbono oggi, dovranno domani, appartenere a tutto il mondo della politica e dell’economia”.
iorio,lascia stare il Papa…non sei degno di nominarlo neppure!! mo’fai pure l’ecumenico