TERMOLI – “Non c’è un piano sulle vibrazioni causate dal transito dei treni nell’abitato di Termoli, né uno studio di mitigazione acustico così come nessun riferimento di Rfi alle tecnologie o sistemi di sicurezza adottati nel passaggio di convogli con merci di ogni tipo anche pericolose”. Queste, alcune delle osservazioni presentate dal Comitato Cittadini in rete al progetto di raddoppio Termoli-Lesina di Rfi per quanto attiene all’iter sulla Via e Vas, illustrate questa mattina in una conferenza stampa.
“Il perdurare della ferita urbanistica di Termoli divisa in due è insostenibile – scrivono i cittadini nel documento presentato a Roma – soprattutto alla luce di una progettazione e programmazione che ne potrebbe garantire la ricucitura”.
Il Comitato ha spiegato, nel documento, le motivazioni della ferma contrarietà alle barriere antirumore che rappresenterebbero una sorta di “muro” che andrebbe a dividere ulteriormente la città. “Questi pannelli di 8 metri andrebbero a pregiudicare la salute pubblica rappresentando un ostacolo al ricambio di aria e alla dispersione di inquinanti che, invece, di essere allontanati dalla brezza e dal vento, perdurerebbero nell’area. I pannelli, inoltre, a seguito del caldo estivo, sarebbero soggetti ad un surriscaldamento andando, di conseguenza, a cambiare il microclima della città“.
Il Comitato conclude con la richiesta di una copertura dei binari del centro cittadino e la delocalizzazione della sottostazione elettrica.
“Confidiamo nell’accoglimento di questo documento ed il blocco dell’attuale progetto da parte di Rfi con un effettivo risanamento della città di Termoli – conclude il gruppo di cittadini – e non il Piano “spezzatino” che hanno cercato di farci accettare. Infatti desideriamo visionare l’intera progettazione e non solo dei pezzi come fatto fino ad oggi. Desideriamo vedere come è stato predisposto l’alto ponte sul Nucleo industriale, il cavalcaferrovia a Punta di Pizzo. Non ci è piaciuto l’ok dato dall’ex sindaco Sbrocca ai pannelli antirumore da via Nisida verso Campomarino così come l’attraversamento pedonale dei binari con un ponte che prevedeva la chiusura del sottopasso, da utilizzare solo per l’accesso ai binari”.