TERMOLI – La prima impressione, nella immediatezza della presentazione delle liste dei candidati, è che la “società politica” abbia tentato di rendere marginale il ruolo della “società civile”.
I partiti,invero, hanno privilegiato le espressioni istituzionali del territorio, in particolare i Sindaci e gli amministratori, i dirigenti e funzionari di Enti, scelti elettivamente nel settore della sanità pubblica, che vede in campo quasi tutte le sue espressioni apicali, sia dell’area medica che amministrativa.

In questa corsa all’accaparramento dei candidati più “idonei” elettoralmente non sono mancati colpi bassi, ricollocazioni, repentini cambi di casacca finalizzati evidentemente alla auspicata elezione ed al riequilibrio numerico delle singole liste e non invece alla condivisione di un progetto politico-programmatico, di questo o quel partito, da attuare nell’interesse comune dei cittadini molisani.

Questa logica da “calcio mercato” che fino all’ultima ora ha occupato ogni spazio ed ogni sforzo della “società politica” ha sedimentato veleni e presumibilmente attivato ipotesi revansciste, i cui strascichi non saranno di breve durata e si ripercuoteranno anche sugli assetti politico-istituzionali successivi all’appuntamento elettorale di fine giugno.

Auspico ovviamente che con l’avvio della campagna elettorale si offrirà finalmente al popolo molisano qualche concreta ipotesi programmatica che sia, almeno potenzialmente, utile ad avviare un diverso percorso e tentare di riportare in equilibrio quel pericoloso piano inclinato in cui questa Regione è stata trascinata da una politica distonica, oltre che decisamente poco lungimirante.

Mi sia consentito, però, di esprimere un po di scetticismo su questo delicato punto, se è vero come è vero che non c’è un solo interprete della politica regionale del trascorso quinquennio che non abbia riproposto la sua candidatura, ad eccezione del Presidente uscente individuato quasi fosse l’unico responsabile di una legislatura da archiviare.

Allora non resta che affidarsi alla società civile nell’auspicio che gli elettori sappiano individuare, nella pletora dei candidati e delle liste, quelle persone che per qualità, professionalità, dignità e competenza meglio di altre possano rappresentare il bene comune.

Perché, in ultima analisi, è la società civile ad essere chiamata a decidere e valutare l’operato della società politica.

È un compito delicato, specie in questo contesto così confuso, ma sarà proprio quel tratto di matita nella cabina elettorale, nel quale si concretizza l’idea costituzionale e l’essenza stessa della democrazia e della libertà, a determinare il presente e l’immediato futuro della nostra Regione.

Auguri al Molise!
Oreste Campopiano

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