DuneTermoliTERMOLI – Come ho già avuto modo di scrivere, dopo aver visionato un’esauriente documentazione fotografica,  posso affermare che… Le  foto parlano chiaro!
Vogliono distruggere il nostro litorale per farci un’altra ciclabile! Creare spazi inutili e dannosi che cancellano definitivamente le nostre bellezze naturali! Sembra proprio questo lo scopo della “malsana idea” partorita dai nostri politici.
Insomma, non se ne può più! La Sovrintendenza: nicchia! Il Comune: fa finta di niente (sic)! E noi vediamo sparire le parti più care e caratteristiche del nostro sito marino senza poter fare nulla, senza poter reagire minimamente a questo che è un vero e proprio “sopruso” e “scempio” urbano.


Se si comincia anche a “toccare” il nostro patrimonio costiero – la flora e la fauna che per secoli ha adornato le nostre spiagge – vuol dire che non c’è più rispetto per niente e per nessuno. E’ inutile dare un nome emblematico di “Dune Mosse” ad un progetto fallimentare col quale si vuole rimuovere ciò che la natura ci ha “donato”! Si vuol cementificare una parte del nostro litorale marino, che costituisce l’invidia di tanti paesi  costretti in un’orografia lontana da aspetti faunistici particolari e da una flora che, viceversa, è la caratteristica di un ambiente come il nostro. 
Vorrei appena ricordare che anni addietro la spiaggia di Rio Vivo subì la stessa sorte a vantaggio di una speculazione edilizia, sanata, si fa per dire, con i vari Condoni Edilizi succeduti dall’ 85 ad oggi. 
A me sembra che qui si voglia fare la stessa operazione: “…prima demoliamo e poi costruiamo!”. Ma…

MetereDune

Ci stiamo nascondendo dietro un dito! Il progetto “Dune ri-Mosse” – come l’ha definita myNews.iT – è solo una scusa, lo specchietto per le allodole a…maleficio di un paese che fra qualche anno vedrà sorgere,forse, la solita cementificazione?

E poi, quando arriva l’estate, pretendiamo, per esse la “Bandiera Blu”!  Pur sapendo – come scrive Antonella Salvatore – che proprio  tra le dune e la battigia, si trovano i nidi di  fratino, l’emblema dello stato di conservazione delle nostre spiagge; vivono e nidificano uccelli come i limicoli, che con le loro zampe e becchi lunghi, occupano le sponde delle zone umide e che testimoniano la conservazione dell’ambiente naturale.
 Ma cosa può interessare ai nostri politici l’estinzione di questo uccellino a fronte di villette e palazzine! Nulla, proprio nulla! Ma…
“…Le foto parlano chiaro!”. 

E’ qui che si trovano le piante più singolari e originali: dallo spareto pungente, alla soldanella, l’euforbia e la santolina delle spiagge, il giglio di mare, il finocchio e la ruchetta marina, la nappola e tante altre specie che da sempre adornano le nostre dune.

Ci vogliono togliere, infine, quei lidi che molti di noi, almeno una volta nella vita, hanno attraversato durante una calda estate insieme alla propria ragazza.

E concludiamo con la voce autorevole di Luigi Lucchese, presidente di Ambiente Basso Molise, che dopo aver girato anche un video nei luoghi su menzionati per accertarsi e rendersi conto di quanto stesse accadendo, l’Amministrazione ha  continuato a negare la sua compromissione.

Dal canto suo, l’Amministrazione Comunale si comporta come il  famoso colonnello Buttiglione: nega  l’evidenza!

Ma…le foto parlano chiaro!

 
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Saverio Metere
Saverio Metere è nato a Termoli il 23 settembre del 1942. Vive e lavora a Milano dove esercita la professione di architetto libero professionista. Sposato con Lalla Porta. Ha tre figli: Giuseppe, Alessandro, Lisa. Esperienze letterarie. Oltre ad interventi su libri e quotidiani, ha effettuato le seguenti pubblicazioni: Anno 1982: Lundane da mazze du Castille, Prima raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1988: I cinque cantori della nostra terra, Poeti in vernacolo termolese; anno 1989: LUNDANANZE, Seconda raccolta di poesie in vernacolo termolese; anno 1993 da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume primo); anno 1995: da Letteratura dialettale molisana (antologia e saggi estetici–volume secondo); anno 2000: I poeti in vernacolo termolese; anno 2003 (volume unico): Matizje, Terza raccolta di poesie in vernacolo termolese e Specciamece ca stá arrevanne Sgarbe, Sceneggiatura di un atto unico in vernacolo termolese e in lingua; anno 2008: Matizje in the world, Traduzione della poesia “Matizje” nei dialetti regionali italiani e in 20 lingue estere, latino e greco.