TERMOLI – Rappresentiamo i lavoratori dello stabilimento Fiat di Termoli dentro la peggiore crisi occupazionale del nostro paese, che nel Molise è ancora peggiore rispetto alle medie nazionali per quanto riguarda i livelli occupazionali generali, giovanile e femminile. Mai come adesso c’è stata tanta difficoltà a rappresentare i lavoratori sui posti di lavoro, e ai tavoli nazionali…. perché, alla base di ogni crisi attuale, c’è la crisi di una effettiva rappresentatività politica e sindacale! Premettendo che una riforma del lavoro dovrebbe avere come fine, di estendere le tutele, e di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, ci troviamo di fronte all’ennesima riforma che va nella direzione opposta!
Abbiamo già subito come lavoratori dipendenti, l’abolizione della scala mobile; il testo unico sulla rappresentanza, che abolisce la democraticità di ogni strumento sindacale; tutta la riforma Fornero, con le pensioni, gli esodati, l’articolo 8 che deroga ai contratti nazionali e che permette decisioni autonome del padrone su tutto; una prima manipolazione dell’articolo 18; la cancellazione del contratto collettivo metalmeccanico a favore del CCSL Fiat… di cui il Jobs act è estensione peggioramento.

Ci troviamo di fronte ad una nuova riforma del lavoro che infligge l’ennesimo duro colpo… E che per molti sarà l’ultimo! I modi del governo nello stabilire il “Jobs act”, ne introducono i temi: Renzi dichiara di essere interlocutore di tutti (minoranze e sindacati), ma dichiara di proseguire come ha già deciso da solo. Renzi interloquisce minimamente con i sindacati, anzi, sbeffeggia loro e i lavoratori che rappresentano (si pensi a quando ha detto alla polizia che non si sarebbe curato di un loro eventuale sciopero!), ma non manca di sedersi ai tavoli internazionali accanto Marchionne, colui cioè, che ha licenziato tanti lavoratori italiani, e fatto chiudere tante fabbriche dell’indotto Fiat. Chiede la fiducia cieca, cioè delega totale al governo rispetto a contenuti praticamente sconosciuti. questo è incostituzionale! La delega infatti non pone limiti entro cui è legale agire!

È data ad esempio libertà di decidere sull’abolizione della cassa integrazione in deroga, e per fallimento. Quanti dipendenti delle piccole e medie aziende morirebbero per questo?! Sostituisce inoltre la mobilità con l’ASPI (che tra l’altro pare vada a ridimensionarsi nel tempo), ma questa variazione era già avvenuta nella riforma Fornero . Dice di voler eliminare le tantissime forme di lavoro precario introducendo il modello a tutele crescenti… Ma non esclude che possa farsi ricorso a forme di lavoro accessorio… Cioè incentiva il precariato! Le tutele crescenti prevedono retribuzioni diverse e tutele diverse per chi svolge lo stesso lavoro, con la promessa di una soluzione stabile… Che non si capisce bene quando avverrà! Addirittura pare possano diventare nove gli anni prima della stipula di un contratto a tempo indeterminato. Da lavoratori Fiat inoltre, non possiamo non ricordare Pomigliano, e la vicenda in cui, costituendo una new co, Marchionne ha ottenuto di licenziare tutti i lavoratori e riassumerli ex novo… a parte che ne riassunse poi solo la metà, se lo si facesse ora, tutti si ritroverebbero con un contratto a tutele crescenti. Questa riforma elimina le disparità tra i lavoratori…

Mettendoli tutti al minimo di retribuzioni e garanzie! Questa riforma prevede inoltre, l’abolizione degli organi di ispezione: materie sensibilissime quali l’infortunio, le malattie professionali, i microclimi, lo smaltimenti di rifiutiate saranno date al controllo… di chi? Non è chiaro! Prevede la videosorveglianza, cioè una telecamera che controlla continuativamente il lavoro che facciamo!… Questa riforma prevede anche, però, delle semplificazioni: la trasmissione dei dati relativi ad assunzioni e licenziamenti saranno trasmessi in via telematica… Tutto qui! Riguardo alla questione del TFR, sicuramente rappresenta una boccata d’aria per noi lavoratori dipendenti tanto tartassati, ma va considerato anche, ed anche per questo, che questi soldi andrebbero a coprire i debiti che tanti di noi hanno e non per nostra scelta! Venendo all’art.18, la sua ulteriore modifica, tra l’altro, aumenta la differenza tra i lavoratori, perché viene applicato ai contratti a tempo determinato, e non viene applicato a chi avrebbe un contratto a tutele crescenti. In ogni caso, Il dibattito rimane ancora sulle ragioni della reintegra dopo un licenziamento discriminatorio e disciplinare rimane in piedi… Rimane che veramente in pochi casi, il datore di lavoro è tenuto a reintegrare un licenziato, certo non basta avere ragione! Ma gli investitori in Italia mancano per questo? O perchè il costo del lavoro è tra i più alti?! …Perché si paga il costo alle mafie e alla corruzione!?… Perché manca una politica industriale!?… Perché mancano le infrastrutture che rendano bassi e competitivi i costi dei nostri prodotti!?….

Questa è una riforma che provvede a facilitare i licenziamenti il nome di una ricollocazione al lavoro, costosa probabilmente più di quanto il nostro paese possa permettersi, ma che soprattutto difficilmente riuscirà ad attuare senza occuparsi prima di creare lavoro! Per dare una spennellata di attenzione sociale, in questa riforma si prevede un’estensione della maternità ad altre tipologie di lavoro… Che appare una contromisura davvero minima in un paese all’ultimo posto rispetto alle leggi che tutelano le lavoratrici madri. La fiducia cieca è stata data sulla base di una promessa di legge che stabilisca con chiarezza la rappresentanza sindacale… Ma questa legge esiste già, si chiama “testo unico”, e Per i lavoratori rappresenta la perdita di ogni strumento di difesa alloro disposizione…

Persino il diritto di sciopero! La fiducia cieca è stata data a nostro avviso sulla base di un ennesimo promessa: Renzi si impegna a restituire il lavoro ai dipendenti delle “3T”, termini Imerese, tissenkrupp acciaierie di Terni e l’Ilva di Taranto, attraverso l’acquisizione di queste tre realtà lavorative, da investitori fantomatici…. ma noi crediamo che questi colleghi, a cui va tutta la nostra solidarietà, vadano reintegrati a prescindere! Ma in tutto questo lo stato sociale dov’è? E come e chi lo tutela e garantisce? Dobbiamo rifarci allo statuto dei lavoratori per rispondere: lo statuto dei lavoratori nasce per costruire uno Stato sociale, quando la ripresa economica vedeva crescere il lavoro. Quest’ultimo era deregolamentato e deciso unilateralmente da logiche padronali. Lo statuto è uno strumento conquistato con le lotte dei lavoratori, necessario affinché le pratiche e le politiche del paese convergano a creare una società vivibile per tutti. Esso nell’art.28, ha restituito allo stabilimento di Termoli, non la rappresentanza della Fiom, ma il diritto di tutti lavoratori di essere rappresentati da chi scelgono liberamente.

Intorno alla crescita dei diritti, è cresciuta la società italiana… Certo non seguendo le logiche aziendali e di chi crea profitto. Perché non riusciamo ad invertire questo sistema che ci schiaccia? Perché non crediamo più nel sindacato? … Perché le pratiche sindacali degli ultimi anni non hanno risolto nè arginato le problematiche crescenti dei lavoratori… quindi non li rappresentano! Affinché questo avvenga, affinché si riconquisti la fiducia dei lavoratori, bisogna ritornare ad essere capaci di stabilire le leggi sul lavoro, lì dove si applicano, cioè dentro le fabbriche e sui posti di lavoro, così come fu nelle lotte che scrissero lo statuto… Lotte partecipate e non delegate! Abbiamo bisogno di rispondere in maniera adeguata, nei fatti e non solo a parole, all’ulteriore affronto che ci viene fatto. È fondamentale ripartire dal territorio, dai posti di lavoro, dando di nuovo vita e significato ai consigli di fabbrica, cercando di rimanere tutti intorno al problema comune: salvaguardare il lavoro e lavoratori che rappresentiamo! La nostra intenzione di costruire un percorso che sensibilizzi, e che abbia come obiettivo la soluzione delle nostre difficoltà! Chiediamo certezza delle prospettive per i prossimi anni, in maniera aperta e propositiva, ma non ci sottrarremo all’idea di lottare per crearne rivendicarne, qualora, come da anni accade ormai x il nostro stabilimento, non avessimo alcuna risposta! Lì dove c’è lo spettro o la certezza di delocalizzazione (dove cioè c’è ancora lavoro e quindi speranza di poter cambiare qualcosa!)

Dobbiamo chiedere di ampliare le produzioni e creare un nuovo indotto, affinché i costi di ciò che produciamo ci rendano più competitivi e contestualmente riuscendo a creare nuovi posti di lavoro. Abbiamo chiesto l’assemblea in fabbrica, abbiamo chiesto un consiglio di fabbrica con gli altri rappresentanti sindacali dei lavoratori e nel breve ci proponiamo di organizzare un’assemblea pubblica e partecipata di tutta la società civile, la politica, le istituzioni, i sindacati e i cittadini tutti! Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione della Cgil del 25 a Roma, per chiedere a tutti, alla Cgil per prima, di alzare finalmente il tiro contro questo pesantissimo e ulteriore attacco… a noi che da anni chiediamo azioni più incisive e proporzionate all’affronto subito, rimarrà per sempre il dubbio che le cose sarebbero potute andare in maniera diversa durante la riforma Fornero, o durante le vicende di po migliaio e Fiat tutta!…. Ma proprio in totale coerenza con quanto detto, saremo a Roma per chiedere lo sciopero generale e costruire una mobilitazione vera!… Perché a questo punto delle cose ci è chiaro che la colpa di tutto quel che è e che sarà, è di chi ha scelto di non essere con noi!

Stefania Fantauzzi e la Rsa dello stabilimento di Termoli

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